Dopo le manganellate di venerdì 28 gennaio agli studenti di a Torino, Milano e Napoli che, dopo la morte durante uno stage di Lorenzo Parelli, chiedevano l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro (P.C.t.o.) ieri il governo ha confermato che nulla cambierà. il contestato obbligo dell’alternanza scuola lavoro sarà uno degli oggetti dell’esame di maturità di quest’anno. Stando alle indiscrezioni circolate ieri sera sarà oggetto di un colloquio insieme all’educazione civica.

Le cariche della polizia contro gli studenti sono diventate, tardivamente, un caso per la politica ipnotizzata nei giorni che hanno portato alla rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Enrico Letta (Pd) ha detto domenica scorsa in Tv che «sulla questione di ordine pubblico chiediamo che siano date risposte, questa è una vicenda abbastanza grave». «Che il Pd si lavi la faccia pubblicamente ci rincuora ben poco – ha commentato una studentessa torinese – è proprio il Partito Democratico ad avere introdotto l’alternanza all’interno delle scuole e ora si meraviglia e si indigna di fronte alla violenza utilizzata per far tacere chi si rivolta contro questa».

Le richieste di Letta, probabilmente alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ieri sono diventate oggetto di un’interrogazione parlamentare di Sinistra Italiana, primo firmatario Nicola Fratoianni. A Lamorgese sarà chiesto di individuare i responsabili ad ogni livello della catena di comando nella pessima gestione nelle piazze». Né Lamorgese, né altri esponenti del governo Draghi hanno «avvertito la necessità, come sarebbe stato auspicabile, di scusarsi nei confronti degli studenti e delle studentesse vittime» dei pestaggi, sostiene Sinistra Italiana. Venerdì 4 febbraio a Torino si tornerà a manifestare contro l’alternanza scuola-lavoro. Si replicheranno le scene viste in questi giorni?

Nel resto del paese, a cominciare da Roma, sono previste assemblee cittadine e nuove mobilitazioni. Nella capitale ci sono state le manganellate al Pantheon il 23 gennaio, mentre si registrano episodi di repressione da parte di dirigenti dopo una prima ondata di occupazioni durante l’autunno. La gestione contestata delle piazze risponde ai criteri anticovid, stabiliti dal governo, che rischiano di negare il diritto costituzionale a manifestare. Questa pratica era stata contestata dalla Cgil per un caso di divieto di manifestare nel centro di Bologna nei mesi scorsi.

Ieri Maurizio Landini (Cgil) ha detto che «bisogna distinguere sull’alternanza. Siamo di fronte a volte a strumenti come state e tirocini che mascherano un sistema di sfruttamento. Queste forme vanno cancellate». E se invece, per cominciare, si ridiscutesse l’impianto della scuola neoliberale