Il simbolo dell’integrazione tedesca accoltellato per aver accolto più profughi del dovuto. E il pronto soccorso del “kebab” gestito dai migranti che gli salva la vita mettendo in gioco la propria. Ufficialmente, tutta colpa del raptus di un ubriaco di 56 anni forse con problemi psichici; anche se la polizia conferma il movente xenofobo e la procura apre il fascicolo giudiziario per tentato omicidio.

Ma è anche, sintomaticamente, il secondo attentato a un politico Cdu impegnato nella “politica di benvenuto” di Angela Merkel, dopo il ferimento della candidata-sindaca di Colonia Henriette Reker nell’ottobre 2015. E non a caso, proprio nel comune premiato quest’anno con l’oscar federale all’accoglienza, dove i rifugiati non sono (né sono mai stati) un problema.

«Sono felice di essere ancora vivo: è mancato veramente poco. Per fortuna, al mio fianco c’erano persone con i riflessi pronti, che tengo a ringraziare pubblicamente» riassume il sindaco di Altena Andreas Hollstein appena rincasato dopo la medicazione in ospedale. Gli è rimasto inciso il segno di sutura della lieve ferita al collo e ancor più la sorpresa per la violenza «inattesa» e il motivo dell’attacco. «Fatico davvero a comprendere come possa essere accaduto: qui la convivenza con i profughi non è per niente difficile. Si tratta di persone educate, gentili e anche rispettose» ricorda il Bürgermeister del paese di 19.660 abitanti nella regione del Sauerland (Nordreno-Vestfalia).

Eppure, stando all’ipotesi del procuratore Gerhard Pauli e all’indagine della polizia di Hagen, alla base dell’accoltellamento di lunedì alle 20 al chiosco in Marktstrasse c’è proprio la «probabile motivazione xenofoba». A confermarlo sarebbero le frasi urlate a Hollstein dall’aggressore prima di affondare il coltello di 30 cm, ma anche e soprattutto l’impegno del sindaco cristiano-democratico sul fronte dell’integrazione. L’anno scorso Hollstein aveva chiesto e ottenuto un centinaio di rifugiati in più di quelli che il Land gli aveva assegnato: un modo per dimostrare la fattibilità dell’accoglienza di massa come, banalmente, di supplire alla cronica mancanza di nuovi nati ad Altena.

Ma Hollstein, 54 anni, si occupa di immigrazione da oltre un ventennio. Dal 1995 al 1999 risulta tra i consulenti del gruppo Cdu-Csu al Bundstag sull’assistenza sociale e la legge sulle agevolazioni per richiedenti-asilo. Un collaboratore non secondario anche per la cancelliera Merkel che ora si dichiara «sconvolta» per l’aggressione all’uomo-simbolo della sua Wilkommenpolitik.

La medesima che lei ha appena rottamato firmando l’accordo con la Csu per il tetto annuale ai rifugiati (e tra i motivi della rottura del negoziato Giamaica con Fdp e Verdi) anche se Mutti non lo ricorda nel tweet di solidarietà al sindaco: «Sono rimasta inorridita dall’attacco ad Andreas Hollstein e molto sollevata di sapere che ha già potuto far ritorno dalla sua famiglia. Grazie anche a coloro che l’hanno aiutato» fa sapere la cancelliera attraverso il portavoce Steffen Seibert.

Così Altena si scopre improvvisamente obiettivo-sensibile dell’odio xenofobo, mentre prova a fare quadrato intorno al primo cittadino che ha condotto i cristiano-democratici al 48,3% del consenso alle elezioni locali del 2014.

Sposato con quattro figli, ex militare, poi studente in legge a Bonn prima del tirocinio alla Corte regionale di Hamm: da curriculum Hollstein è proiettato all’esterno fin dai tempi dell’impiego all’ambasciata della Lituania nell’ex capitale Bonn. Era finito sotto i riflettori a gennaio per la polemica con la dissidente Cdu Erika Steinbach (dimessasi dal partito in disaccordo con la linea pro-migranti) quando ha festeggiato così la sua uscita dall’Union: «Bene che la Cdu cambi rotta e la deputata non gravi più su di noi. Peccato solo che si sia tenuta il mandato». Antifascista convinto e militante, Hollstein era tornato alla ribalta anche della cronaca “letteraria” nella primavera 2016 come co-autore del pamphlet di 168 pagine Mein Kampf contro la destra edito da Europa Verlag. Una battaglia quotidiana da combattere fin sui banconi dei Döner-grill di Altena.