Un saggio di allievi attori (del terzo anno dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico), può diventare una esperienza interessante, per loro ma anche per il pubblico. Capita in questi giorni al teatrino dell’Accademia intitolato a Eleonora Duse, dove ancora oggi e domani è possibile vedere Altamente volatile ( ingresso libero, prenotazione obbligatoria al 3666815543).
Il testo è stato commissionato appositamente per l’occasione ad Armando Pirozzi dal regista che con gli allievi ha lavorato per portarli al loro primo debutto in scena, Massimiliano Civica. Che è un regista giovane e importante, e di assoluto rigore, con diversi spettacoli memorabili al suo attivo (l’ultimo in ordine di tempo il bellissimo Alcesti visto recentemente a Firenze).

 

 

Il drammaturgo ha preso a cuore la commissione di un testo per uno spettacolo/saggio, ricavando per ognuno dei venticinque attori diplomandi l’occasione di misurarsi e rivelarsi in una «parte» di un episodio, un personaggio, una caratterizzazione. Così, per quanto sia il comico l’effetto dominante, la rapida successione di tutti quei fantasmi (in cui gli allievi profondono tutte le loro risorse generosamente) si srotola in una risata che si fa sempre più amara.

 

Perché la ricerca di un colpevole cui attribuire la responsabilità del pretesto drammaturgico, si stringe in una ineluttabile «caccia all’uomo». Anzi al volatile, perché l’angelo sterminatore e cacciaguai sarebbe un pennuto «trampoliere epicureo», così che sia chiaro che la battaglia sia esplicitamente tra pregiudizio morale e sano spirito libertario.

 

Una storia doppia e tripla nei suoi significati, quella di Altamente volatile (e quanto alla volatilità, il regista fa una dotta premessa sul minerale più rapido nel dissolversi, l’amondio), ma che avrebbe piena ragion d’essere già come semplice prova della maturità degli interpreti e del fecondo lavoro su di loro compiuto del regista. Senza contare tutte le inquietudini che può generare e rappresentare, dietro la sua divertente facciata.