A 82 anni, Alpha Condé è al suo terzo mandato consecutivo come presidente della Repubblica di Guinea (Guinea Conakry) con il 59% dei voti. Terza sconfitta consecutiva con il 33,5%, dopo il 2010 e 2015, per il suo principale rivale ed ex premier Cellou Dalein Diallo
Secondo i dati definitivi diffusi sabato mattina dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), il leader del partito Raggruppamento del popolo guineano (Rpg- Arc en ciel) ha raccolto più di 2,6 milioni di voti sui 3,9 milioni di schede elettorali espresse nelle 38 sezioni del paese, mentre Diallo, leader dell’Unione delle Forze democratiche della Guinea (Ufdg) ha ricevuto circa 1,2 milioni di voti.

Un esito che, però, si tinge di sangue con tensioni e scontri violenti in tutto il paese, registrati ancora ieri, «con più di 25 vittime tra i civili e le forze di sicurezza nei principali centri e nella capitale Conakry» come riportato dal ministro della Sicurezza, Albert Camara.
La tensione è gradualmente cresciuta in questi giorni dopo che lunedì, ad urne appena chiuse, l’Ufdg aveva annunciato la vittoria di Cellou Dalein Diallo. Una dichiarazione unilaterale, ritenuta «nulla e senza effetto» dal Ceni. «Diallo ha utilizzato dati non ufficiali senza aspettare lo scrutinio dei voti, ma con il suo annuncio di vittoria ha fomentato la folla e ha causato numerosi scontri e tumulti in tutto il paese» ha dichiarato il vicepresidente del Ceni, Bakary Mansaré.

Tensioni che sono aumentate dopo che la casa di Cellou Dalein Diallo è stata circondata dalle forze dell’ordine, ufficialmente per motivi di sicurezza, e dalle dichiarazioni di Diallo che ha incitato i suoi sostenitori «a continuare la lotta fino alla vittoria», e che non ha riconosciuto la vittoria del suo avversario definita come un «vero broglio elettorale».

 

18 ottobre, militari e civili in coda per votare in una scuola della capitale guineana Conakry (Ap)

 

Dopo la conferma della sua rielezione il presidente Condé ha invitato in un tweet «la popolazione a mantenere la calma», dicendosi disponibile a lavorare con il suo avversario perché «la Guinea è una democrazia che ha bisogno di unità nazionale».

I 25 osservatori dell’Unione africana hanno rilevato la «disparità di rappresentanza dei candidati in carica» nei seggi elettorali e hanno sottolineato che alcuni scrutatori non hanno «rispettato scrupolosamente le procedure di conteggio previste dalla legge», tuttavia, la missione Ua ritiene che il voto si sia svolto generalmente in «trasparenza, calma e serenità»