Importante vittoria all’Onu dell’Argentina. L’Assemblea generale ha approvato una iniziativa promossa dal governo di Cristina Kirchner per frenare le azioni speculative dei fondi avvoltoio. Il dispositivo prevede una serie di nuove norme che mirano a facilitare i processi di ristrutturazione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere approvato, il dispositivo richiedeva la maggioranza semplice dei voti, che è stata ampiamente superata: 136 paesi a favore, 41 astenuti e 6 contrari (Germania, Canada, Usa, Israele, Giappone, Regno unito). Tra le astensioni, quella della Colombia che pure inizialmente – e come il resto dei paesi membri del G-77 più Cina – aveva dato l’assenso.

Dopo il voto, vi sono state espressioni di giubilo: «In questo modo si favorisce la stabilità economica, la pace sociale e il diritto dei popoli – ha affermato il ministro degli Esteri argentino Hector Timerman – Ristrutturare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvoltoio: i nuovi pirati del XXI secolo che, approfittando di un vuoto legislativo globale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rappresentati». A causa dei fondi avvoltoio – che richiedono il pagamento pieno dei debiti contratti dall’Argentina durante il default del 2001 e non riconoscono la successiva ristrutturazione intervenuta tra il governo e la maggioranza dei fondi – l’Argentina ha rischiato un nuovo fallimento. I principi non sono vincolanti, però indicano un «sentire comune»: l’insofferenza verso i tribunali internazionali subalterni agli «avvoltoi». Il prossimo passo è ora quello di arrivare a regole comuni, approvate dai governi e riconosciute a livello internazionale.

Intanto, in Argentina, il Consiglio superiore della magistratura ha deciso ad ampia maggioranza di sospendere il giudice Luis Montesanto, per i suoi legami con il gruppo paramilitare Triple A durante la dittatura.