Allo stadio, posti in piedi
Inghilterra In Premier League torna una tradizione che sembrava abbandonata
Inghilterra In Premier League torna una tradizione che sembrava abbandonata
I posti in piedi tornano negli stadi inglesi della Premier League e della seconda divisione. E pure nel tempio del football britannico, Wembley, la casa della nazionale dei Tre Leoni, con aree da mille unità alle spalle delle porte nella finale della FA Cup. Dopo sei mesi di prova, con alcuni settori degli impianti di club di Premier destinati al pubblico in piedi per testare la reazione dei tifosi e se risultassero compatibili con la sicurezza, il progetto del Governo inglese, noto come early adopter, è andato a buon fine. Un rapporto dell’Autorità per la sicurezza dei campi sportivi (SGSA) ha rilevato che le aree in piedi nella fase di sperimentazione hanno avuto un impatto positivo sulla sicurezza dei tifosi negli impianti. Insomma, i tempi sono maturi per il ritorno di uno degli elementi tipici degli stadi britannici.
Dal Manchester United al Tottenham, Chelsea, Cardiff, diversi club della massima serie hanno fatto richiesta di tornare a ospitare le tifoserie in aree popolari. E hanno predisposto sezioni dei propri impianti per i safe standing nella Premier al via il 4 agosto anche il Queen’s Park Rangers, il Wolverhampton, il Brentford.
Dunque, si cambia. Si torna all’antico, ma in forma riveduta. I tifosi potranno così sostare in piedi per guardare le partite negli spazi assegnati dietro una barriera o una ringhiera, ogni sostenitore dovrà occupare la stessa area che occuperebbe se fosse seduto, con un biglietto tracciabile e numerato. I sedili non possono essere bloccati, quindi i fan potranno comunque sedersi e le aree in piedi non potranno influenzare la visuale degli altri fan.
Per gli inglesi la soluzione al problema si chiama real seat, che garantisce un’ulteriore evoluzione del modo di seguire la partita allo stadio, assicurando le condizioni di sicurezza sia rimanendo in piedi che seduti. Con i seggiolini modello Rail Seats la struttura complessiva del supporto permette massima libertà di movimento al tifoso, come finora non era mai stato possibile garantire. Il seggiolino, infatti, è un elemento combinato: consiste in un’intelaiatura tubolare abbinata a una seduta richiudibile dove ogni seggiolino incorpora un mancorrente, posizionato a un’altezza di circa un metro da terra, che serve da appoggio e sostegno per la persona della fila retrostante.
Dal 1994, gli stadi di prima e seconda divisione in Inghilterra e Galles sono per legge all seater, quindi solo a posti a sedere. Tuttavia, soprattutto nelle gradinate dietro le porte, migliaia di tifosi continuano a rimanere in piedi durante vari momenti delle partite, e questo ha creato sempre più problemi di sicurezza per le persone, con i seggiolini fissi diventati più un ostacolo che un aiuto.
Sino a qualche anno fa, nonostante l’insistenza dei tifosi per il ritorno di aree per i posti in piedi allo stadio, posti economici nell’era in cui, soprattutto in Inghilterra, i biglietti e gli abbonamenti per lo stadio sono sempre più costosi, il governo inglese non voleva sentir ragioni.
Ha pesato, pesa in realtà ancora l’incubo di un evento tragico come Hillsborough, lo stadio dello Sheffield che nel 1989 fu il teatro della morte di 97 supporter del Liverpool (il club non ha fatto richiesta per testare i posti in piedi), partita contro il Nottingham Forest, con decessi per asfissia, stretti tra transenne e barriere. Un anno dopo è scattato il divieto governativo. Il rapporto di Lord Peter Taylor impose i seggiolini in tutti gli stadi, stessa misura presente nel calcio italiano dal 1996 per le strutture con capienza superiore alle duemila unità.
L’eredità psicologica di quell’evento ha sempre avuto un peso molto importante sull’eventuale ritorno dei posti in piedi. Ma la svolta è arrivata quando anche i parenti delle vittime hanno accettato che la tecnologia attuale potesse fornire soluzioni sicure per chi vuole stare in piedi in gradinata, oltre che accettare che l’approccio stesso delle persone allo stadio si è evoluto nel tempo.
Sia i laburisti che i liberaldemocratici, nelle recenti elezioni inglesi, si sono uniti nell’impegno di aggiornare la legislazione introdotta nel calcio inglese in seguito alla tragedia di Hillsborough. Il Partito Conservatore, dopo le elezioni del 2019, ha portato avanti il lavoro per l’introduzione ufficiale di questi settori a livello nazionale.
Anche perché nel resto d’Europa – ma non in Italia -, soprattutto nel cuore dell’Europa, l’abitudine ai posti in piedi negli stadi è consolidata. È così in Bundesliga un po’ ovunque, per esempio nella leggendaria curva del Borussia Dortmund, la Sudtribune, il famoso Muro, standing area con seggiolini rail nella parte alta e i bolt on (del tutto smontabili e portati via dopo le partite europee) in quella bassa. E anche in Francia dopo anni senza aree popolari si sono rivisti i posti economici, l’essenza del calcio popolare. E ci sono aree riservate per posti in piedi anche negli stadi statunitensi e australiani.
Il processo di avvicinamento ai posti popolari negli impianti britannici è partito nel 2016 al Celtic Glasgow. Ma in precedenza era stato un piccolo club delle serie inferiori inglesi, lo Shrewsbury Town (League One, terza serie) che ha riportato sul tavolo della discussione i posti in piedi con una sezione dello stadio per rail seats, 550 posti pagati dai tifosi con una raccolta fondi online. Nel frattempo una ventina di club scrissero alla Football Association ma è stato soprattutto il Governo a riconsiderare l’introduzione di un settore popolare, economico.
Tra l’altro le file di seggiolini con strutture fisse stanno mostrando diversi limiti. A Euro 2020 si è assistito negli impianti inglesi, anche a Wembley, ad ammassamenti di tifosi, con i seggiolini divenuti ostacoli pericolosi, provocando cadute e infortuni. L’introduzione dei safe standing, secondo il Governo inglese, consentirà anche l’identificazione più agevole di eventuali autori di violenze, cori razzisti.
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