Le persone licenziate da Expo a causa del parere negativo della questura di Milano sarebbero 600, mentre i cittadini che hanno presentato una domanda di lavoro all’esposizione universale e sono stati sottoposti ad un controllo di polizia sono circa 60 mila. Questi dati sono stati confermati ieri nella riunione del «tavolo manodopera» alla prefettura di Milano dove Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato i vertici Expo. La prefettura ha confermato di avere usato le informazione contenute nell’archivio Sdi e che è effettivamente avvenuto il «monitoraggio» delle persone che hanno fatto domanda di lavorare all’Expo.

Ai 600 licenziati, molti dei quali ancora ignorano l’accaduto, è stata invece negata la tessera di accesso al sito espositivo per motivi di lavoro, sono stati licenziati, non sono stati assunti o non hanno ricevuto il rinnovo del contratto. La Prefettura ha inoltre rifiutato di fornire spiegazioni sulla ragione per cui l’Expo è stato definito un sito «strategico». Una denominazione che ha prodotto i controlli di polizia preventiva e, in generale, lo stato di eccezione che vige in questo momento nell’esposizione universale. Respinta anche la richiesta dei sindacati di fornire almeno l’elenco dei reati, o delle semplici segnalazioni, in base alle quali sono state licenziate 600 persone.

Le operazioni di «filtraggio» della forza-alvoro sarebbero iniziate tra l’autunno del 2013 e i primi mesi del 2014. In un incontro previsto per la prossima settimana, si discuterà sulla possibilità di rivedere queste procedure. Continua, al momento, il rimpallo sulle responsabilità dello «spionaggio» tra Expo spa e le autorità competenti.

«Il ministro dell’agricoltura Martina, che è responsabile per l’Expo, dovrebbe aprire bocca. È abbastanza chiaro che queste misure siano state autorizzate dal governo e dagli organi di governo locali. Ci deve dire perché, dove e quando la decisione è stata assunta» sostiene Antonio Lareno, delegato Cgil in Expo.

In queste ore la rete San Precario sta promuovendo la petizione su change.org «Cessino i controlli della Questura sui lavoratori in Expo». Hanno firmato deputati di Sel e del Movimento 5 Stelle, sindacalisti (Cremaschi) ed economisti (Fumagalli). La denuncia del movimento è fortissima: «È presumibile che i negativi della questura si fondino su una inammissibile valutazione dell’appartenenza politica, ovvero del diritto di critica e di espressione dei singoli. Oggi è inacettabile che l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e di reddito debba addirittura essere demandato ad un organo di polizia».

*** Dossier: Expo Stato di eccezione ***

La denuncia della Cgil: “All’Expo la polizia spia i lavoratori”

Expo, licenziamenti preventivi. Viminale nella bufera

Expo lo licenzia perché dieci anni fa ha occupato una casa