Condanna all’ergastolo «qualificato» (senza possibilità di benefici prima di 40 anni di carcere). Questa la richiesta dell’accusa, in Cile, al processo contro il leader degli indigeni mapuche Celestino Cordova Transito. La sentenza verrà resa nota il 28 febbraio. Cordova è accusato di aver provocato l’incendio di una fattoria nel corso del quale morì una coppia di anziani proprietari, il 4 gennaio del 2013. Il fatto è accaduto a nella zona di Temuco, a 700 km a sud di Santiago, dove è forte la presenza mapuche. Cordova era stato trovato, ferito, e arrestato.

Per il tribunale, risulta provata in modo «inequivocabile» la sua partecipazione all’incendio, che però non è stato di natura «terrorista» come ha sostenuto il governo cileno attraverso il ministero degli Interni durante il processo. Il leader mapuche è stato assolto dalla stessa corte dall’accusa di aver preso parte a un altro incendio, nel dicembre del 2012, sempre nel comune di Vilcun per il quale rischiava 36 anni. I mapuche, che si battono per il recupero delle loro terre ancestrali contro grandi imprese agricole e forestali, subiscono pesanti condanne in base alla legge antiterrorismo, rimasta in vigore dai tempi di Augusto Pinochet (1973-’90).