La notizia della Brexit inglese, riporta in primo piano il tema dell’Europa nelle urne spagnole, dove il popolo, uno fra i meno delusi della scelta europeista, può dare una risposta forte alla dissoluzione dell’Unione europea.

Lo può fare dando forza all’impegno assunto da Unidos Podemos, se governerà, di fare della Spagna il principale protagonista del cambiamento delle politiche liberiste che governano l’Europa, unica possibilità di rilancio del progetto europeo sempre più in crisi. Un chiaro no al tentativo ricattatorio della destra, Pp e Ciudadanos, ma anche del Psoe, che votare Unidos Podemos porterebbe la Spagna alla stessa fine degli inglesi.

L’onda del referendum inglese può contrastare l’opinione diffusa che la ripetizione delle elezioni avrebbe incrementato la disaffezione popolare verso sistema dei partiti e istituzioni, soprattutto perché tutte le inchieste prevedono un risultato abbastanza simile a quello dell’ultima volta.

Riproponendo la stessa alternativa fra larghe intese e governo delle sinistre, su cui è già naufragata la precedente legislatura, la Spagna sarebbe condannata a instabilità e ingovernabilità. In realtà la situazione è meno bloccata di quanto appaia, almeno a stare ai sondaggi recentemente effettuati, dai quali emerge una novità importante: la modifica dei rapporti di forza fra i partiti della sinistra, con il Psoe largamente superato da Unidos Podemos, la lista unitaria promossa da Izquierda Unida e Podemos.

Il sondaggio assegna il 29% al Partito Popolare con 114 seggi, seguito a soli tre punti, con un 26% e 93 seggi, da Unidos Podemos, e i socialisti scesi al terzo posto con un 20,5% e 82 seggi, seguiti da Ciudadanos con una percentuale di 14,5 e 39 seggi.

È evidente che se questi dati venissero confermati dal voto, la possibilità che la Spagna possa essere governata da una coalizione delle sinistre cresce notevolmente. Contrariamente ai socialisti, che hanno preferito inseguire un’intesa con un partito di destra come Ciudadanos, la coalizione Unidos Podemos, senza maggioranza parlamentare, ha già dichiarato che vuole trovare l’accordo con il Psoe. Una intesa che disporrebbe nel nuovo parlamento di 175 seggi, solo uno in meno dei 176 richiesti per la maggioranza assoluta, necessaria per legge perché il candidato premier proposto dal re possa essere nominato e governare.

Si tratta solo di sondaggi e quindi la prudenza è d’obbligo perché spesso nel passato le previsioni sono state smentite dalle urne. È però significativo come tutti i sondaggi effettuati negli ultimi mesi confermino la modifica dei rapporti di forza fra i partiti della sinistra a favore dell’alleanza Unidos Podemos.

Qualche considerazione è possibile farla già ora. In primo luogo sul fatto che l’intesa nazionale raggiunta a sinistra fra Podemos e Izquierda Unida, confermando tutte le intese territoriali precedentemente raggiunte da Podemos in Catalogna, Galizia e Valenzia funziona, manifestando che una più chiara identità di sinistra, a scapito della trasversalità, non è un freno, ma un moltiplicatore del consenso popolare. Non è complicato prevedere una crisi per il Psoe di difficile soluzione, in caso di sorpasso a sinistra.

Una crisi che viene da lontano e che affonda le sue radici nell’incapacità del gruppo dirigente socialista di dare rappresentanza alla nuova Spagna che il movimento 15M disegnò quattro anni fa. Una rottura da parte dei socialisti con le domande di nuova Europa, di giustizia sociale e ambientale, di scuola e sanità pubblica, di autodeterminazione delle donne, di nuovi diritti di cui proprio quel movimento 15M era portatore, che si è consumata definitivamente dopo le ultime elezioni con la scelta praticata dai socialisti di chiudere a sinistra.

Non era questo che undici milioni di spagnole/i avevano chiesto col loro voto e proprio per questo la voglia di cambiamento delle spagnole/i da oggi potrebbe essere affidata a Unidos Podemos.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale il leader di Ciudadanos chiede con insistenza ai socialisti di svelare con chi intendono ricercare accordi dopo le elezioni. È una richiesta strumentale, ma legittima, perché solo il Psoe continua a lasciare nel vago le possibili alleanze di governo, lacerato tra larghe intese e sinistra.

Se oggi si materializzerà il sorpasso di Unidos Podemos sui socialisti sarà un segnale forte e chiaro, destinato ad aprire una crisi anche per altri socialismi europei, che rischiano un declino inarrestabile per la scelta di subalternità, finora fatta, a questa Europa di politiche liberiste.

Una scelta che ha lasciato un vuoto di rappresentanza che in Spagna potrebbe essere colmata da una alleanza a sinistra e non da populismi o nazionalismi. Non resta che aspettare, con un poco di impazienza, i risultati delle urne.