Oldies but goodies dalla label americana VP Music Group, una delle più importanti etichette di musica reggae e caraibica (con oltre 12,000 canzoni in catalogo dopo l’acquisizione di Greensleeves records nel 2008), che dal 2007 con la fondazione della sussidiaria 17 North Parade, ha intrapreso un’opera «filologica» di ripescaggio e scavo nella radice originaria della musica giamaicana, riportando alla luce i classici degli storici studi Randy’s.

In questo filone si collocano le ristampe pubblicate di recente di due produzioni importanti nel regno della musica giamaicana che ci forniscono l’occasione per una ricognizione intorno ad un «sottogenere», il dub, che ancor prima di uno stile che ha originato una categoria estetica a sè stante, distintiva rispetto al reggae, è una tecnica nata al mixer che ha dato impulso a tutta una serie di altri sottogeneri (dalla dub-poetry, all’electro/experimental dub, etc), a generi derivati (dal trip hop, alla techno, al dubstep, drum’n’bass, etc) e a tutto lo scibile racchiuso nel termine ombrello di bass music, che con il suo lavoro di dissezione, frantumazione e ricomposizione del suono si colloca, ancora oggi, tra i settori più sperimentali della popular music, e dove risiede anche la radice della migliore musica elettronica odierna.

La prima di queste ristampe è Original Rockers di Augustus Pablo (de luxe ed. 12,99), una compilation pubblicata nel 1979 su Greensleeves records che raccoglie una manciata di singoli registrati nei leggendari studi Channel One tra il 1972 e il 1975. Augustus Pablo, vero nome Horace Swaby, morto nel 1999, è stato tra i più significativi musicisti e produttori dell’epoca d’oro del reggae, legando il suo nome soprattutto alla fluidità di esecuzione alla melodica, strumento che nelle sue mani diventava un mezzo per elevare lo spirito.

La sua idea di uno stile aperto, contaminato, danno un’impronta incisiva e caratterizzante alle sue produzioni, tanto da consacrare uno stile personalissimo denominato Far East sound (il suono dell’estremo oriente), in cui è molto marcata l’enfasi sugli accordi in tonalità minore e sui grooves esotici. La ristampa di queste chicche, con le note di copertina redatte da Noel Hawks, contiene, rispetto all’edizione originale, tredici cuts precedentemente scartati e delle registrazioni rare con ritmi classici che non erano stati usati all’epoca per l’album e che conservano l’autenticità e la purezza di un suono artigianale, rudimentale, eppure così ricco di fascino.

La seconda ristampa è In The Light (prezzo di copertina, 10,99), l’album più famoso di Horace Andy, che ha contribuito alla sua consacrazione di cantante dal falsetto mercuriale; rilasciato originariamente nel 1977 su Hungry Town del produttore Everton Da Silva, era stato già ri-pubblicato sul mercato internazionale nel 1995 dall’etichetta Blood and Fire, specializzata in ristampe.

Questa edizione di VP ripropone l’intero album, con tutte le versioni dub di In The Light realizzate da Prince Jammy e foto inedite corredate da note storiche a cura di Harry Wise. Ospiti stellari come Leroy Sibbles al basso, Leroy Wallace alla batteria, Augustus Pablo alle tastiere, Richard Hall e Tommy McCook al sax tenore, Vincent Gordon al trombone, Everton Da Silva, Clayton Downie e Horace Andy alle percussioni, che suona anche la chitarra.