Il viceministro alle infrastrutture e sindaco Pd di Salerno, Vincenzo De Luca, è di nuovo alle prese con la giustizia. Dopo l’accusa di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per il maxi condominio Crescent proprio sul lungomare salernitano, la procura starebbe indagando anche per corruzione e abuso d’ufficio in un nuovo procedimento nato dall’indagine sul fallimento nel 2011 del pastificio Amato. L’accusa riguarderebbe anche il figlio Piero De Luca, in rapida ascesa nel partito sulla sponda renziana.

E’ stato Giuseppe Amato a rivelare ai pm di avere pagato per le spese di allestimento del palco montato in piazza del Plebiscito a Napoli nel 2010. De Luca all’epoca era in corsa per la carica di governatore della Campania. L’imprenditore Mario Del Mese, nipote dell’ex deputato Udeur Paolo, molto amico di Piero De Luca, sarebbe stato latore della richiesta ad Amato: ci sono da pagare la struttura e anche le spese di merchandising per il comizio di chiusura. Così le fatture vengono liquidate dall’imprenditore: i buoni rapporti con il sindaco possono tornare utili per sbloccare la richiesta di variante urbanistica per un immobile del pastificio.

Del Mese, insieme ai De Luca, sarebbe stato indagato nel novembre del 2012 e avrebbe ricevuto l’avviso di proroga delle indagini a fine maggio, come riferito ieri da Il fatto quotidiano. E’ Giuseppe Amato a spiegare ai magistrati: «Mario Del Mese mi raccontava di viaggi in Lussemburgo per raggiungere Piero De Luca al quale portava soldi da versare sul conto in Lussemburgo, proventi della Ifil». E ancora: «Mario Del Mese mi riferì che Piero De Luca in realtà era un socio occulto della Ifil». La procura di Salerno avrebbe avviato una rogatoria internazionale. L’avvocato Piero De Luca è referendario presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo, il suo nome non figura negli organi della società. I pm, però, rovistando tra le fatture della srl hanno trovato 30mila euro spesi per pagare i viaggi nel Granducato alla madre e alla moglie di De Luca jr. La Ifil C&D srl è una società di intermediazione mobiliare, costituita nel 2008 da Del Mese e spunta fuori nel vorticoso giro di fatture del pastificio Amato. Compare anche nell’affare Crescent, un condominio privato di lusso disegnato dall’archistar Ricardo Bofill, che ambientalisti e cittadini del comitato No Crescent definiscono un ecomostro. Sequestrato dieci giorni fa dalla magistratura, è stato costruito grazie a una variante al Piano Urbanistico Attuativo del 2009 che ha consentito l’acquisizione delle aree demaniali. L’avvocato di Del Mese replica a nome dell’assistito che le accuse arrivano da un soggetto instabile e annuncia denuncia per calunnia.

Vincenzo De Luca agita le acque del Pd dalla nascita del governo Letta. Sindaco di Salerno per 4 mandati, va avanti in regime di incompatibilità cumulando le cariche al comune e al governo. Il suo ministro di riferimento, Maurizio Lupi, non gli ha mai assegnato le deleghe, così giovedì è sbottato: «Ahò, Lupi, vuoi fare il pinguino con me. Ma io t’arroto». Bersaniano di ferro, stava accarezzando l’idea di ripresentarsi per la carica di governatore alle elezioni del 2015. Il tracollo dell’ex segretario Pd ha provocato il riposizionamento alla corte di Matteo Renzi. L’arrivo tra i rottamatori ha accelerato l’ascesa politica del delfino Piero. Così a Salerno il sindaco di Firenze ha stravinto il congresso locale con il 97% dei consensi. La procura però ha aperto un fascicolo sul tesseramento sospetto. E i fascicoli non finiscono qui: qualche giorno fa De Luca senior ha trovato sulla cassetta della posta una testa di maiale con tanto di limone in bocca. Con questo carico di inchieste, polemiche e minacce Piero De Luca arriverà all’assemblea nazionale del Pd, capolista alle primarie per Renzi nella circoscrizione Salerno-Costiera Amalfitana.

Il padre ieri ha rifiutato di commentare le nuove indagini ma ha ribadito di volere le deleghe da viceministro: «Letta e Lupi non mi stanno facendo un piacere. Dovrebbero solo applicare la legge 81 del 2001, cosa che non fanno. Uno scandalo». E ha pure aggiunto: «L’Imu è un monumento alla demenzialità, una truffa per gli italiani. Prima pagavamo due tasse, ne pagheremo tre. Questo non è un paese serio, ma un circo equestre con espressioni anche nell’azione di governo».