C’è una svolta nelle primarie dell’opposizione ungherese il cui ballottaggio inizierà domani per designare lo sfidante di Viktor Orbán alle politiche dell’anno prossimo: il sindaco di Budapest Gergely Karácsony (Dialogo per l’Ungheria, Pm, centro-sinistra ecologista) ha deciso di ritirarsi lasciando in campo due candidati che con lui avevano prevalso alla fine del primo turno. Si tratta di Klara Dobrev, eurodeputata di Dk (Coalizione Democratica, centro-sinistra) e Péter Márki-Zay, sindaco conservatore cattolico di Hódmezővásárhely (Ungheria del Sud) che nel 2018 aveva prevalso alle amministrative sulle forze di governo. Karácsony avrebbe motivato la sua scelta con l’intento di appoggiare proprio Márki-Zay il cui successo di tre anni fa aveva dato un po’ di coraggio a quella parte di paese che spera da tempo in un cambiamento. In effetti, Karácsony e Márki-Zay ritengono che Dobrev non sia la figura più adeguata a guidare la lista comune in quanto moglie del leader di Dk Ferenc Gyurcsány, ex premier socialista, figura controversa nel mondo della politica ungherese.

Iniziate il 18 settembre scorso, le primarie costituiscono uno strumento inedito nella vita politica ungherese e sono state decise dai partiti che hanno raggiunto un accordo elettorale in funzione del voto previsto per il prossimo aprile. Sono sette le forze politiche che hanno dato vita a questa intesa; si va dai socialisti ai nazionalisti di Jobbik passando per verdi, centristi e liberali. Per la prima volta dal 2010, cioè, da quando Orbán è tornato al potere, i partiti di opposizione riescono a unire le loro forze a livello nazionale. Una cosa simile era già successa, ma su scala locale alle amministrative del 2019; in quella circostanza l’opposizione riuscì ad espugnare Budapest ed altre dieci importanti città del paese. Un successo capace di dare fiducia non solo ai partiti avversari del governo ma a chiunque non si riconosca nell’orizzonte politico disegnato dal premier con l’aiuto dei suoi più stretti collaboratori.

L’obiettivo delle primarie è quello di presentare una lista unica con un solo nome, che si misurerà con Viktor Orbán; lista che si opporrà al Fidesz in tutte le circoscrizioni uninominali. Il fronte comune ribadisce il suo impegno a opporsi alla corruzione attribuita al sistema e al dirottamento di fondi pubblici e provenienti dall’Ue verso ambienti che fanno parte, a diverso titolo, dell’ampia «famiglia governativa». L’opposizione unita intende ripristinare lo Stato di diritto, ristabilire la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura, riscrivere la Costituzione e cambiare la legge elettorale. Essa propende, infatti, per un meccanismo di voto proporzionale al posto di quello misto, attualmente in vigore, che assicura al Fidesz una maggioranza di due terzi col 40% dei consensi espressi nelle urne dagli aventi diritto.

Le primarie si concluderanno il prossimo 16 ottobre.