Riprendono oggi all’Avana i negoziati di pace tra il governo colombiano di Manuel Santos e la guerriglia marxista delle Forze armate rivoluzionarie (Farc). «Siamo a un passo dalla pace», ha detto Santos all’Onu. Anche secondo la guerriglia si sono realizzati «formidabili passi avanti». Per la prima volta, governo e guerriglia hanno reso pubblico il risultato dei tre accordi parziali realizzati durante i colloqui di pace: 65 pagine firmate dalle due squadre di negoziatori. Contengono il sunto di 22 mesi di negoziati per portare a soluzione politica oltre cinquant’anni di conflitto armato. L’accordo parziale è stato raggiunto sui temi della terra, della partecipazione politica in sicurezza e sulle droghe illecite. Mancano ancora due temi per portare a buon fine la prevista agenda in cinque punti.

Attualmente è in discussione il tema delle vittime, le cui associazioni stanno partecipando ai tavoli, dopo diversi incontri che si sono tenuti nel paese, con il concorso delle comunità e della sinistra. Un arco di forze che ha contribuito attivamente alla rielezione di Santos, nonostante il suo programma neoliberista e i trascorsi come ministro della Difesa dell’ex presidente Alvaro Uribe. Infine, si dovranno discutere i termini concreti della soluzione politica: il rientro dei guerriglieri nella vita politica e l’approvazione dell’accordo. Temi entrambi spinosi e controversi: sia perché tutte le volte che le Farc hanno realizzato un accordo, hanno subito massacri e voltafaccia, sia perché Uribe vorrebbe sottoporre la soluzione politica al varo del parlamento, che lo snaturerebbe. La guerriglia chiede invece un’ampia discussione nel paese e un’Assemblea costituente, in vista di una nuova costituzione. Come dire: risolvere alla radice le cause del conflitto. E per questo, chiede che venga reso pubblico chi finanzia il paramilitarismo, chiama al tavolo gli Usa e spinge per un cessate il fuoco bilaterale.

Intanto, continuano gli assassinii degli attivisti per i diritti umani. Il corpo di Ancizar Ruiz, leader del tavolo dipartimentale delle vittime ed esponente del movimento Marcia patriottica del Quindio, che aveva ricevuto minacce dalla banda criminale degli Urabeños, è stato ritrovato in una fossa.