Il fallimento del summit vietnamita tra Kim e Trump potrebbe dare vita a scenari ben peggiori di quelli immaginati anche dai diretti interessati; Kim e Trump infatti, nonostante il nulla di fatto di Hanoi, avevano lasciato il Vietnam con parole di ottimismo. Ma secondo la Cnn, poi ripresa da altri media americani, Kim in realtà starebbe nuovamente preparandosi al lancio di missili.

Questa possibilità si sarebbe palesata attraverso immagini satellitari che mostrerebbe una inconsueta attività in alcuni siti missilistici di Pyongyang. Come al solito, di fronte a questi sospetti, è necessario sempre prendere come estrema prudenza gli allarmi dei media americani; rimane il fatto che la situazione generale è in stallo, tanto che anche gli attuali dialoghi tra Cina e Stati uniti per i dazi risentirebbero del nulla di fatto vietnamita.

Anche in questo caso, però, siamo di fronte a supposizioni, perché in realtà le notizie che arrivano dai negoziatori inviterebbero invece all’ottimismo. In generale, però, la situazione collegata alla penisola coreana sembra giunta a un punto piuttosto critico: sospetti su Kim, stallo sui negoziati e anche per la controparte sudcoreana i tempi si sono fatti complicati.

Ieri il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha annunciato un nuovo rimpasto di governo, previsto da settimane ma divenuto effettivo solo ieri, a dimostrare il periodo complicato per il governo progressista di Seul. Moon ha nominato sette nuovi ministri per affrontare al meglio la seconda parte del suo mandato e provare a rilanciare quelle politiche economiche che ad ora non hanno raccolto i risultati desiderati e anzi hanno allontanato la base sociale che ha determinato la vittoria di Moon. Tra gli avvicendamenti spicca quello al vertice del ministero dell’Unificazione, poiché arriva proprio nel momento più critico nelle relazioni con i vicini nordcoreani. Moon ha affidato il dicastero a Kim Yeon-chul, già direttore dell’istituto coreano per l’unificazione nazionale, che sostituirà Cho Myoung-gyon.