Ventimila attentati di matrice dell’ultra-destra più 1.100 vittime di violenza fisica. Sono i numeri aggiornati della lista nera che contabilizza gli atti commessi dai neonazisti negli ultimi dodici mesi. Raccolti dall’Ufficio per la Protezione della Costituzione (che agisce come controspionaggio) fotografano i militanti di estrema destra “radicalizzati” diventati ben 32.200, di cui un terzo considerati già con un piede nel recinto della “zona rossa” che precede la pianificazione di stragi, massacri e omicidi a sfondo razziale.

Si aggiungono ad altri circa 500 estremisti identificati eppure irreperibili, e all’altro mezzo migliaio di soldati della Bundeswehr su cui il Mad (l’intelligence militare) il mese scorso ha aperto il fascicolo d’indagine per propaganda nazista.

Cifre che giustificano l’allarme, come minimo poco ascoltato, lanciato la settimana scorsa dal Consiglio centrale degli islamici tedeschi (Zmd) che, come i curdi ad Hanau, aveva chiesto al governo e alle forze dell’ordine più protezione per le tremila moschee tedesche. Richiesta più che motivata visto che in sei Land era stata appena scoperta una cellula neonazista di 12 persone pronte a prendere d’assalto i luoghi di culto dei musulmani, oltre che i “soliti” centri per rifugiati e le abitazioni dei politici che difendono gli immigrati.

«Lo Stato deve avere interesse a proteggere la comunità musulmana. Non dovremmo dover ricorrere alla sicurezza privata. Apparteniamo anche noi alla categoria dei cittadini» scandisce, più duro che mai, il presidente dello Zmd, Aiman Mayziek, pretendendo che la sorveglianza degli agenti sia concreta e soprattutto «visibile».

Gli attacchi alle moschee ogni anno sono oltre 100. E le vittime si trovano anche nei paralleli attentati alla comunità ebraica che nascono nella stessa galassia di ultra-destra.

Nell’attentato alla sinagoga e al cimitero di Halle la maggior parte dei morti era di religione islamica. Chiosco di kebab invece di “Shisha bar”, ma il copione è simile al massacro di ieri ad Hanau.

Così come l’ideologia dei terroristi è aderente come un calco a quella di Afd anche secondo i servizi segreti tedeschi che da gennaio hanno messo sotto osservazione sia la “Junge Alternative” (la sezione giovanile del partito fascio-populista) che “Der Fluegel”, l’ala negazionista e apertamente filonazi che fa capo al leader della Turingia, Bjorn Hoecke: l’uomo a cui si deve l’accordo con Cdu e Fdp per il governo “liberale” della Turingia abortito solo dopo le proteste di massa e la scomunica di tutti i vertici istituzionali della Bundesrepublik.

Insieme contano circa 8.000 iscritti “duri e puri” sotto il profilo di razzismo e xenofobia. E i soldi non mancano, grazie a donazioni come quella del miliardario che ha lasciato in eredità ad Afd il patrimonio di 7 milioni di euro a beneficio delle attività politiche. Certo Alice Weidel, co-segretaria degli Alternativi, ieri ha condannato l’attentato e “pianto” ufficialmente le vittime, prendendo le distanze da qualunque connessione con la linea politica di Afd.