Jonas Salk (1914-1995), medico e ricercatore statunitense, narrava così un curioso episodio della sua vita. Negli anni Cinquanta del secolo scorso Salk cercava di scoprire una cura per la poliomielite lavorando in un buio seminterrato dell’università di Pittsburgh (Usa). Non approdando a risultati soddisfacenti, per schiarirsi le idee decise di fare un viaggio in Italia, ad Assisi, dove soggiornò in un monastero. Durante le tranquille passeggiate tra le colonne e i cortili del chiostro, il prof. Salk si ritrovò di colpo pieno di nuove intuizioni, tra cui quella che gli avrebbe permesso di mettere a punto il celebre vaccino antipolio. Potenza del movimento e del camminare! Credo sia successo a molti la stessa cosa.

VANTAGGI PER LA MENTE Che il camminare all’aria aperta produca chiarezza di idee e contribuisca a migliorare la qualità dei ragionamenti è cosa nota da millenni. Lo sapeva anche Aristotele, nel IV secolo prima di Cristo, che amava fare lezione passeggiando con i suoi allievi sotto i portici del ginnasio di Atene. Peripatetici erano chiamati quei filosofi, dal greco peripatētikós, camminare. Più recentemente, la rivista statunitense Preventing chronic disease (volume 13, E83, June 2016) ci rende noto che diverse aziende stanno sperimentando un nuovo tipo di riunione tra colleghi chiamato walking meeting. In queste riunioni si cammina e si discute, proficuamente.

È noto che il cervello e altri organi, in risposta al movimento, producono serotonina e altre sostanze dette endorfine. La serotonina, tra l’altro, migliora le attività cognitive mentre le endorfine riducono la sensazione del dolore, danno euforia e migliorano il tono dell’umore.

BENEFICI ANCHE PER IL CORPO Secondo l’OMS (Piano di azione globale sull’attività fisica e la salute 2018-2030), un adulto su quattro nel mondo non fa attività fisica e oltre l’80% degli adolescenti è praticamente immobile. Tutti, maschi e femmine, adulti, bambini e anziani traggono vantaggio dal movimento, considerato che il moto è capace di ridurre sensibilmente il rischio di morte prematura per molte malattie come quelle cardiovascolari, il cancro e il diabete.

In Italia l’Istat conferma che il 40% della popolazione conduce una vita quasi totalmente sedentaria, specialmente nella fascia di età dai 65 anni in poi, che è invece quella in cui l’attività fisica produce i maggiori effetti protettivi e contribuisce in modo più chiaro al benessere generale dell’organismo.

Particolarmente studiata è la funzionalità dell’endotelio, cioè del rivestimento più interno dei vasi sanguigni e del cuore, quello che sta a contatto diretto con il sangue. Si conosce da tempo il ruolo fondamentale giocato dall’infiammazione dell’endotelio nell’origine e nell’evoluzione dell’arteriosclerosi e della malattia cardiovascolare. L’endotelio è un vero e proprio organo che pesa circa 1,5 kg, che copre una superficie di 600 mq e che produce molte sostanze biologicamente attive. È stato dimostrato che l’attività fisica preserva la capacità dell’endotelio di modulare la dilatazione dei vasi sanguigni (e quindi di regolare la pressione arteriosa) e di mantenere elevata la sua capacità antiossidante, particolarmente utile nei soggetti anziani.

I FAMOSI DIECIMILA PASSI AL GIORNO Parecchi sono scoraggiati da questa sorta di imperativo categorico. A parte il fatto che un numero così imponente non è facilmente traducibile in tempi e distanze, occorre dire subito che non esistono studi scientifici che sostengano questa indicazione. In realtà, si tratta di una quantità di passi proposta nel 1964 da un imprenditore giapponese, Yoshiro Hatano, inventore e produttore del primo “contapassi”.

Una recente ricerca effettuata su donne anziane (JAMA Intern Med. 2019;179(8):1105-1112) conclude che chi mette uno dietro l’altro circa 4400 passi al giorno gode di tassi di mortalità più bassi rispetto a chi si ferma a 2700. È interessante notare che la curva della mortalità diminuisce regolarmente fino a 7500 passi giornalieri, ma non si abbassa ulteriormente oltrepassando questo limite. Per i pignoli, è facile calcolare che una frequenza di circa 100 passi al minuto ci consente di arrivare a 4000 passi in poco più di mezz’ora, quantità e ritmi universalmente accettati come in grado di influire positivamente sul nostro stato di salute.

COSA FARE Ottime le giornate sui sentieri di montagna, ma fate sempre a piedi anche le scale di casa. Chi può, si organizzi per andare al lavoro muovendo le gambe: con i mezzi pubblici, con la bicicletta o, almeno parzialmente, a piedi. Fate la spesa, per lo meno per alcuni alimenti (pane, insalata…), se possibile ogni giorno e andateci a piedi: farete attività fisica, parlerete con qualcuno e contribuirete, se vi servirete nel negozio sotto casa, al mantenimento di quella rete di piccoli esercizi commerciali che è indispensabile per la vivibilità di quartieri e centri storici. Se siete fortunati ed avete un pezzetto di terra, curatelo e coltivatelo con amore e passione: è dimostrato che l’orticoltura e il giardinaggio riducono in modo significativo l’incidenza delle malattie croniche e migliorano le aspettative di vita.