Il 2012 fu l’anno della profezia Maya, secondo la quale il mondo sarebbe dovuto finire in seguito a un immane cataclisma. In quello stesso anno uscì un film, appunto intitolato 2012, che narrava l’avverarsi di quella profezia e lo sterminio di gran parte dell’umanità. Solo una piccola minoranza di donne e uomini potenti sarebbero sopravvissuti. Grazie alla preventiva costruzione di immense arche in grado di portarli in salvo. L’IMMAGINARIO MOBILITATO in quell’occasione parlava chiaro: la fine, causata dal disastro ecologico, è vicina. Le élites (che l’hanno in gran parte causato) abbandonano le masse per garantirsi la propria sopravvivenza. È esattamente...
Cultura
Alla scoperta dell’inaspettato potere politico del pianeta Terra
SAGGI. «Tracciare la rotta», l’ultimo libro di Bruno Latour, in uscita domani con Cortina