«Questo anno ci sono moltissimi progetti interessantissimi», confida un operatore prima di imbarcarsi per il volo diretto a Nizza. «Molti sono già quasi chiusi, ma altri sono tutti da giocare». Vola qualche nome, rigorosamente off the record, ma basta per confermare l’idea che Cannes, più ancora che per il festival, è il mercato. Un giro d’affari enorme, e per chi lavora con le cifre sono sempre immancabili i dati di chiusura, che investono il cinema a tutti i livelli. Da quelli alti, delle coproduzioni con star, al documentario, con le attività del Doc Corner che brulica di progetti. Difficile se non impossibile stare dietro a tutto. Motivo per cui il festival si moltiplica e si divide in mille flussi di interesse.

Dieci giorni nei quali molte delle cose che poi passeranno per le sale e i festival si decidono proprio sulla Croisette. A fronte di una progressiva messa in crisi delle grandi macchine festivaliere – i piccoli festival invece si difendono benissimo – è proprio il Marché du film a confermare la centralità dell’evento Cannes. Non meravigli dunque se è proprio a Cannes che si decidono le sorti di film che gli analisti danno come i prossimi protagonisti della corsa all’Oscar o per future scalate al box office. Certo, il tutto deve passare per il vaglio del botteghino, ma ciò non toglie che nei prossimi giorni ci si batterà per titoli come Red Sea Diving Resort di Gideon Raff, con Chris «Captain America» Evans, thriller spionistico ambientato in Sudan o Hotel Artemis, thriller con Jodie Foster ambientato in un ospedale per serial killer e criminali.

Fra i titoli che maggiormente fanno gola ai potenziali investitori, figurano Fonzo con Tom Hardy che interpreta Al Capone nei suoi ultimi anni di potere e, ovviamente, Freakshift del quotatissimo Ben Wheatley, reduce dal successo di Free Fire, annunciato come il film che potrebbe affermarlo anche come un nome da botteghino. Fate i vostri giochi, signore e signori.