L’economia non aspetta i tempi della politica. E in attesa che nasca il governo Draghi i problemi si ammassano senza soluzione. Soluzioni che lo stesso Draghi dovrà dare in fretta prendendo le prime decisioni da presidente del consiglio.

Una vera emergenza riguarda la liquidità di Alitalia con gli stipendi di febbraio a rischio per tutti gli 11mila dipendenti. Presto però andrà presa una decisione su Montepaschi con una ricapitalizzazione necessaria da far accapponare la pelle anche all’ex capo della Bce: 1,6 miliardi. Vi sono poi tante crisi aziendali che attendono una soluzione con migliaia di posti di lavoro a rischio a partire dalla procedura di licenziamento collettivo attivata per gli operai della ex Embraco di Riva di Chieri.

Su Alitalia ieri è arrivato il grido di allarme del commissario Giuseppe Leogrande con lettera ai dipendenti: per pagare gli stipendi di febbraio serve la tranche di ristoro da danni Covid pari a 20 milioni o un altro prestito del governo. Diversamente gli 11 mila dipendenti non riceveranno la busta paga – anche i 7 mila in cassa integrazione fino a settembre, visto che nessuno di loro è una cig a zero ore ma lavorano a rotazione.

IL PROBLEMA DERIVA dalla nuova valutazione della commissione europea dei ristori legati al Covid che il governo Conte 2 nel Cura Italia aveva definito con un fondo da 350 milioni e che invece – causa uscita dal lockdown nei mesi estivi – la Ue ha ridotto a 272 milioni: 78 in meno, pari al 22% del totale.

Alitalia è in attesa della terza tranche di 77 milioni per novembre, quando il secondo lockdown è partito con nuovo blocco quasi completo dei voli. «Abbiamo ricevuto una notifica e siamo in contatto» con le autorità italiane, ha fatto sapere la commissaria europea Margrethe Vestager, «ma non a un livello di 200 milioni» di euro – ha precisato deludendo le aspettative di Leogrande – . «Dobbiamo considerare quali rotte specifiche sono state interessate dalle restrizioni del governo dovute al Covid e quali rotte possono operare» perché una società non può essere «sovra compensata», ha spiegato.

Dopo aver incontrato i sindacati confederali mercoledì, ieri Leogrande ha ripetuto gli stessi concetti a piloti e assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp. E ieri ha inviato una lettera di tre pagine a tutti i dipendenti spiegando la situazione con dovizia di numeri. Che si chiude così: «Sarà mia cura seguire con la massima attenzione le procedure già avviate per il superamento di questa situazione, con la determinazione pari allo straordinario lavoro fatto da tutte le persone della compagnia, testimoniato inequivocabilmente dai risultati del 2020 che hanno visto Alitalia reagire meglio della concorrenza da ogni punto di vista».

IL COMMISSARIO SI AUGURA che le risorse possano arrivare dalla Ue, diversamente servirà un anticipo del governo. E in questo senso fa pressioni da tempo col capo di gabinetto del Mise per convocare un incontro. Il cambio di governo al congelamento della richiesta. Appena si insedierà il nuovo ministro la riunione sarà convocata.

IERI INTANTO LEGA E ITALIA VIVA criticano esplicitamente la gestione del governo e dello stesso Leogrande – scelto da Patuanelli a dicembre 2019 – candidandosi per la successione al Mise.

Quanto ai sindacati, la richiesta è di un intervento immediato da parte del governo entrante. «Serve un immediato rifinanziamento di Alitalia in amministrazione straordinaria per garantirne la continuità e l’operatività al fine di consentire la rapida definizione del processo di start up della newco Ita (che dovrebbe comprare gli asset dalla vecchia compagnia, ndr). La vicenda Alitalia e il rilancio della stessa attraverso Ita è ormai un’emergenza che deve costituire una priorità per il prossimo governo che dovrà confermare l’indirizzo politico industriale e concretizzare l’operazione di rilancio», sostengono in una nota unitaria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. «L’elemento cardine che sinora è mancato e che si configura quale condizione imprescindibile è l’attivazione di una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori istituzionali, industriali, sindacali e regolatori».