Se il «contratto per il governo del cambiamento» Lega-M5s mette nero su bianco una quasi certa nazionalizzazione – «Alitalia non va semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo» – ieri i tre commissari che portano avanti l’ex compagnia di stato sono stati oggetto di un vero interrogatorio da parte della commissione Speciale del senato. Nonostante l’abilità da consumato boiardo esibita da Gubitosi (così come da quel Vito Riggio da una vita all’Enac che è stato sentito poco dopo) l’esito è abbastanza chiaro: Alitalia è in perdita e la possibilità che a breve la governance sia cambiata è molto alta. Resta da capire se succederà dentro la conversione – comunque scontata – del decreto che proroga il prestito ponte e la trattativa per la vendita o se dopo.
«L’incontro con i commissari di Alitalia di oggi ci lascia un senso di soddisfazione e di amaro contemporaneamente. Abbiamo dei numeri in più, e questo sicuramente ci fa piacere ma allo stesso tempo dobbiamo sottolineare che avevamo ragione: Alitalia nel primo trimestre è in perdita. Il commissario ci ha detto che in cassa ha circa 764 milioni e purtroppo l’abbiamo sempre detto che l’azienda si trovava in condizioni pessime. Non è questo il modo di risollevare e di rilanciare la nostra compagnia nazionale»,.commenta la senatrice M5s Giulia Lupo, assistente di volo e rsu Usb in Alitalia.
La difesa dei tre commissari – Gubitosi, Laghi, Paleari – è stata quasi rassegnata: «Malgrado il 2017 sia stato un anno particolarmente difficile, con un calo complessivo dei passeggeri, nei primi tre mesi del 2018 le perdite operative si sono dimezzate; i ricavi sono cresciuti del 4 per cento». «Qualunque cosa voglia fare il nuovo governo, sono scelte politiche, che lo facciano presto. Noi non solo in teoria, ma anche auspicabilmente» completeremo la procedura il 31 ottobre: «Quale Alitalia dipende da voi: tra i poteri dei commissari non c’è l’indirizzo politico», ha ammesso Gubitosi.
Il messaggio di Vito Riggio dell’Enac invece è stato più orientato a spaventare i possibili compratori, pubblici e privati. Per una nuova Alitalia «ci vuole un miliardo fresco più il rimborso dei 900 milioni del prestito. Si può fare tutto ma bisogna sapere che le cifre sono queste», ha concluso.