«Alitalia tornerà compagnia di bandiera con il 51 per cento in mani italiane». Parola del ministro – competente – Danilo Toninelli. Il M5s lo ha sempre sostenuto – tanto che la gran parte dei lavoratori che bocciarono il referendum sul piano Etihad dell’anno scorso sono elettori del Movimento e una sindacalista Usb (Giulia Lupo) è diventa senatrice – ma mai così esplicitamente.
Il piano per la nazionalizzazione ora trova conferme nelle parole dei ministri M5s con anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte che annuncia come «a breve prenderermo in mano il dossier».
E il ministro Di Maio conferma: «Stiamo attivando le interlocuzioni con tanti player per riuscire a tutelare Alitalia, i suoi lavoratori e soprattutto la competitività dell’azienda».
I liberisti di ogni tipo sono già all’attacco e paragonano il piano del governo a quello di Berlusconi dei «capitani coraggiosi». La differenza però è lampante: Berlusconi trovò una cordata di imprenditori suoi amici, qui invece si parla di azionariato da parte dello Stato tramite – è l’ipotesi più accreditata – Cassa depositi e prestiti e Invitalia.
Come accade per AirFrance e Lufthansa la partecipazione statale è possibile così come le regole Ue rendono praticabile la via all’«operazione 51%». Sarà comunque il commissario Enrico Laghi – esperto in materia di diritto – a doverla studiare in modo che «avvenga a condizioni di mercato». Pende sulla testa la questione «aiuti di Stato» già ventilata da Bruxelles per il prestito ponte da 900 milioni concesso dal governo Gentiloni.
Sul restante 49 per cento, Toninelli ha parlato con formula molto discutibile di «un partner che sappia far volare gli aerei».
La procedura di vendita è acnora aperta ed è stata prorogata con il decreto Alitalia al 31 ottobre, data entro la quale si dovrebbe individuare un compratore, previo accordo con i sindacati e il via libera dell’antitrust Ue.
Le manifestazioni di interesse sono state tre: Lufthansa, EasyJet con Delta Air Lines e la compagnia low cost ungherese Wizz Air.
Lufthansa sarebbe di certo il partner industriale migliore. Ma i tedeschi hanno fatto capire più volte di voler comprare solo un Alitalia già ristrutturata con un taglio di almeno 4 mila sugli attuali 11 mila lavoratori tanto da parlare apertamente di «Nuova Alitalia».
Bisognerà capire se Lufthansa sia interessata ad entrare in minoranza e a collaborare con una maggioranza pubblica.
Non manca poi la parte giudiziaria della vicenda. Lo scorso mese l’inchiesta della procura di Civitavecchia – su denuncia dei sindacati – ha portato a sequestri per il reato di bancarotta per cui è indagato anche l’ex presidente Montezemolo. In tribunale è depositata una «relazione sulle cause di insolvenza» propedeutica all’azione di responsabilità nei confronti dei manager della gestione Etihad. Su questo Di Maio ieri ha spiegato: «Stiamo accertando le responsabilità del passato, per capire chi ha creato quel buco di miliardi nei conti di Alitalia: presto avrete delle risposte».