Una delle più grandi qualità di Franco Battiato è stata quella di saper dare alla sua complessa visione mistica del mondo e della vita una forma accessibile e, almeno a un primo livello, comprensibile a tutti. Non è una cosa comune riuscire a fare ballare una piazza gremita come quella del concerto del Primo Maggio con una canzone che riflette e spiega le teorie di un filosofo come Georges Ivanović Gurdjeff. E proprio la capacità di saper scrivere grandi canzoni pop è il tratto che emerge in modo prepotente dallo spettacolo che Alice sta portando in tour per le piazze e per i teatri d’Italia. Alice canta Battiato” è, forse, il miglior omaggio possibile alla musica del maestro. Lo è perché pochi altri sono stati vicini alla musica, allo stile e alle idee di Franco Battiato come la cantante romagnola. Fin dagli anni ’80, la loro collaborazione ha portato a risultati di grande bellezza e successo, e anche in uno degli ultimi tour, Alice e Battiato hanno suonato insieme, come raccontato anche nell’ottimo Live in Roma con la Ensemble Symphony Orchestra del 2016.

SI TRATTA di uno spettacolo semplice dal punto di vista della messa in scena: sul palco ci sono solo lei e il maestro Carlo Guaitoli al pianoforte, che ripercorrono la lunga carriera di Battiato come cantante e come autore. Questo tipo di messa in scena fa sì che la musica sia al centro assoluto dell’attenzione e ciò che emerge è che Franco Battiato ha scritto canzoni di una bellezza struggente, ma anche pezzi dalla grande memorabilità pop. Nella scaletta ci sono brani che vanno dal “ritorno alla canzone” della fine degli anni ’70 dopo il periodo dell’avanguardia, come Luna indiana e L’era del cinghiale bianco (che chiude i bis con grande partecipazione del pubblico) alle ultime produzioni come Io chi sono?, pubblicata nel 2007, o Eri con me del 2012. Nel mezzo, alcune tra le più famose produzioni del maestro siciliano, che Alice interpreta magistralmente, e alcune delle canzoni che Battiato ha scritto per lei, come Veleni, Il vento caldo dell’estate o Per Elisa, con cui ha vinto il Festival di Sanremo del 1981. Non possono mancare alcuni tra i brani più celebrati, come L’animale, Prospettiva Nevski, E ti vengo a cercare e La cura, che chiude la prima parte del concerto prima dei bis. Menzione d’onore per l’ottima esecuzione di Chan-son Egocentrique. In un ambiente raccolto come quello di un teatro non è necessario fare le cose in grande, basta lavorare con l’intensità. Da questo punto di vista, la combinazione tra le capacità interpretative di Alice e il pianoforte sono tutto ciò che serve per creare un’atmosfera magica. La voce, morbida e vellutata nei brani più delicati, calda e potente quando serve, è perfetta per i brani di Battiato: infonde ai pezzi una vita e un’energia diversa e altrettanto affascinante, ma rimane sempre fedele e rispettosa. Lo spirito con cui sono state scritte le canzoni è presente come una firma. L’arrangiamento essenziale mette in evidenza la qualità di scrittura del cantautore siciliano: basta anche solo lo scheletro melodico e armonico delle canzoni di Battiato per apprezzarne il fascino e la complessità.

GLI STESSI Alice e Guaitoli saranno protagonisti del grande concerto che si terrà il prossimo 21 settembre all’arena di Verona: un gran numero di altri artisti si riunirà per celebrare il quarantennale di La voce del padrone, ma sarà anche, per forza di cose, un grande tributo all’artista dopo la sua scomparsa il 18 maggio scorso: sul palco si esibiranno Mahmood, Max Gazzé, Fiorella Mannoia, i Bluvertigo, Juri Camisasca, i Subsonica e molti altri.