Il governo potrebbe ridurre i tempi di permanenza degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione. A lasciar intravedere questa possibilità è stato ieri il ministro degli Interni Angelino Alfano al termine di un incontro con i prefetti del Lazio. «E’ necessario un intervento legislativo per ridurre i tempi di permanenza nei Cie accelerando le procedure di identificazione e di espulsione», ha spiegato. Parole che si prestano però a più di un’interpretazione. Il ministro ha infatti evitato di scendere nei particolari spiegando, ad esempio, quale sarebbe il nuovo limite temporale al quale il governo starebbe pensando, modificando così finalmente i 18 mesi decisi nel 2009 da Roberto Maroni, preferendo sottolineare soprattutto la necessità di rendere più veloci le procedure di identificazione ed espulsione attraverso un provvedimento a cui il governo starebbe lavorando. Una vaghezza dovuta forse solo a prudenza, ma che lascia aperto qualche interrogativo. «Noi dobbiamo proteggere la frontiera mediterranea, che è una frontiera europea, e dunque evitare sbarchi liberi – ha aggiunto Alfano – e dall’altro identificare i migranti, dare diritto d’asilo a chi scappa dalle guerre ed espellere chi è entrato illecitamente». E a proposito dei rifugiati, il ministro ha spiegato come il governo intenda «rafforzare il sistema dei richiedenti asilo» garantendo tempi rapidi nell’esame delle domande di asilo.

Fino a oggi Alfano ha sempre mostrato più di una resistenza nel mettere mano alla Bossi-Fini sull’immigrazione, che ha sempre considerato come una delle leggi intoccabili per il centrodestra. Resistenza dimostrata anche dalla parziale (se non proprio finta) abrogazione del reato di clandestinità approvata nel gennaio scorso dal Senato. Per quanto riguarda i Cie, invece, da tempo il Pd chiede di ridurre i tempi di permanenza a massimo 60 giorni , senza però che sul tema siano stati fatti finora significativi passi in avanti.

Anche l’uscita del ministro sui rifugiati va letta con estrema prudenza. La necessità di sveltire le procedure per l’esame delle richieste di asilo di chi fugge da guerre e persecuzioni risponde infatti a due direttive emesse nel giugno del 2013 dall’Unione europea, e che tutti gli stati membri devono adottare entro due anni. Una di queste però, dedicata all’accoglienza dei rifugiati, potrebbe rivelarsi particolarmente insidiosa. Oggi quanti fanno domanda di asilo vengo ospitati in strutture aperte, dove attendono la risposta alla loro richiesta. La direttiva Ue introduce però una novità, ovvero la possibilità per gli Stati di effettuare una detenzione amministrativa compresa tra i tre e i sei mesi. Una misura introdotta per evitare quanto accade oggi, con i migranti che rifiutano di farsi prendere le impronte digitale scongiurando così la possibilità, in caso di fermo in un Paese diverso da quello in cui sono approdati, di essere rispediti al punto di partenza, come previsto dal regolarmente di Dublino.

Se verranno confermate dai fatti, le parole di Alfano sui Cie rappresentano comunque una novità positiva. Per il viceministro Filippo Bubbico «quanto dichiarato oggi dal ministro Alfano sui Cie conferma l’impegno che il ministero dell’Interno sta portando avanti per arrivare ad una drastica riduzione del tempo di permanenza dei migranti nei Cie e per un prolungamento del tempo di durata del permesso di soggiorno». Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della commissione Diritti umani del Senato Luigi Manconi, che ha visitato numerosi Cie in tutta Italia: «Dalla nostra indagine è emerso che le condizioni di vita in questi centri sono drammaticamente al di sotto degli standard di tutela della dignità e dei diritti delle persone trattenute», ha sottolineato Manconi. «E si è verificato, inoltre, come il tempo medio per l’identificazione e l’espulsione sia intorno ai 45 giorni: questo significa che la previsione di 18 mesi di permanenza massima nei Cie costituisce una crudeltà totalmente inutile, oltre che insensata». Contraria la Lega nord che per bocca del suo segretario Matteo Salvini ha annunciato di voler presentare una mozione di sfiducia nei confronti del titolare degli Interni.