Sulle unioni civili la maggioranza resta divisa, ma i ddl in materia, tra cui il nuovo testo Cirinnà, potrebbero arrivare già oggi nell’aula del Senato. Ieri a palazzo Chigi si è tenuto un vertice per decidere il futuro della legge. Presenti per il Pd, oltre a Matteo Renzi, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e il capogruppo al Senato Luigi Zanda che si sono confrontati con il ministro degli Interni Angelino Alfano e il capogruppo Ncd al Senato Renato Schifani. Nonostante i toni pacati, ognuno è rimasto sulle sue posizioni ma se le indiscrezioni uscite da palazzo Chigi verranno confermate il Pd ha deciso comunque di presentare il testo in aula subito dopo l’approvazione della riforma costituzionale.

Si tratta di un primo passaggio, utile soprattutto a incardinare il provvedimento che probabilmente non sarà discusso prima di gennaio. «Le unoni civili per noi sono un’emergenza nazionale»,ha spiegato Renzi, mentre il Ncd ha ribadito la sua opposizione sia alle stepchild adoption che, come proposto dai cattolici del Pd nell’ennesimo tentativo di mediazione, l’affido. «Noi faremo una battaglia leale e coerente sui nostri principi – ha spiegato Alfano – che vuol dire sì al riconoscimento di diritti individuali patrimoniali, anche all’interno di coppie dello stesso sesso, ma no all’adozione dei bambini». I due gruppi già oggi si riuniranno al Senato per decidere le prossime mosse. Al di là delle dichiarazioni, ognuno ha comunque ottenuto quello che voleva: un rinvio di fatto al 2016 della vera discussione sulle unioni civili, cosa che permette al premier Renzi di affermare di aver mantenuto l’impegno preso e ad Alfano di aver rimandato lo scontro finale evitando di discutere di una materia così delicata in contemporanea con l’avvio del Giubileo. E nel frattempo, magari, avendo trovato un accordo sul destino futuro della capitale.