La sintesi politica dell’ultima settimana (o degli ultimi venti anni, a scelta): Si vota la fiducia al governo Letta. Berlusconi dice no. Poi sì. Poi no. Poi sì (Ehi, avevo capito che fosse bipolarista, non bipolare).

Alfano minaccia la rottura(*): «Sarà diversamente berlusconiano». Epifani esulta: «Evvai! Un nuovo iscritto!!!!». Alfano gli spiega che no, non intendeva iscriversi al Pd. Per Alfano i «diversamente berlusconiani» sono quelli che ti spiegano che Berlusconi è diversamente innocente. Nell’arco di una sola mattinata, Berlusconi si smentisce tre volte. Non si smentisce mai. A quel punto i diversamente berlusconiani ci ripensano: niente scissione, meglio restare nel vecchio partito. La Democrazia Cristiana. Letta esulta. Uno a scelta. Le larghe intese che dovevano durare qualche mese come le tende dei terremotati dell’Irpinia si apprestano a durare vent’anni, come le tende dei terremotati dell’Irpinia.

Alfano e Letta giurano che non c’è nessun inciucio, che vogliono restare bipolaristi, che non hanno nessuna intenzione di ricreare una Democrazia Cristiana. Infatti è vero. Vogliono creare due Democrazie Cristiane. Quindi, la buona notizia è che non moriremo democristiani. La cattiva notizia è che tireremo a campare democristiani. Che secondo me è peggio.

La politica mi ha sempre fatto venire voglia di andare in bicicletta. In Svezia. Passando per la Danimarca. Se volete seguirmi, propongo di cominciare gli allenamenti sul palco a pedali dei Tetes de Bois. Si pedala da fermi, come in Italia, ma una volta tanto per una buona causa: si alimenta pedalando il palco dove la band suona canzoni che parlano di critical mass e ciclofficine, di Fausto’au Coppi e di Alfonsina Strada, la prima donna che corse il giro d’Italia.

L’appuntamento è alle 15 (oggi), sulla terrazza del Palazzo dei Congressi dell’Eur. Potete portare la vostra bici in metro (la fermata più vicina è Eur Fermi). Tutte le istruzioni qui: www.tetesdebois.it. Astenersi diversamente berlusconiani.

(*) mai nella vita avrei pensato di scrivere «Alfano minaccia».