«Macché collasso. La macchina organizzativa dei soccorsi e dell’accoglienza sta funzionando e noi la stiamo supportando con tutta la forza e l’energia necessaria». Prova a smorzare le polemiche il ministro degli Interni Angelino Alfano. I continui sbarchi di migranti, soprattutto in Sicilia, hanno alzato l’attenzione sull’effettiva capacità del Viminale di riuscire a fornire a tutti la giusta accoglienza. «Indubbiamente c’è un momento di affaticamento e di impegno di tutte le strutture e le prefetture, in particolare, sono sotto pressione», ammette il capo del Dipartimento Immigrazione, il prefetto Mario Morcone, che rassicura però sulla capacità del Viminale di saper dare la risposta adeguata alla situazione.

Emergenza o no, è indubbio che i numeri record degli arrivi registrati in questi giorni qualche problema lo stanno creando. Al punto che anche una regione solitamente aperta verso i migranti come la Toscana ieri ha lanciato l’allarme. In una lettera al prefetto di Firenze, il sindaco del capoluogo Dario Nardella e quello di Prato Matteo Biffoni (quest’ultimo è anche responsabile Immigrazione dell’Anci) chiedono infatti un intervento presso il Viminale perché non vengano più assegnati profughi. «La regione è ormai al collasso» scrivono i due sindaci. Che spiegano: «Dopo l’arrivo degli ultimi 600 rifugiati la Toscana ha oggi una presenza di richiedenti asilo superiore del 12% rispetto alle quote assegnate, contrariamente ad altre regioni che sono sotto la soglia». Il riferimento.

A creare l’emergenza, in realtà, sono soprattutto i comuni che si rifiutano di accogliere i migranti, mettendo così in crisi il sistema di distribuzione sl territorio nazionale e in difficoltà quei comuni virtuosi che oltre alla propria quota devono farsi carico di un numero maggiore. Ma non solo, come spiega il sindaco di Prato: «Il problema non è solo ripartire meglio fra i Comuni, ma soprattutto innalzare il livello della qualità dell’accoglienza garantendo la centralità dei Comuni e delle relazioni con il mondo associativo del territorio». Insomma un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni, permettendo ai sindaci di organizzare l’accoglienza reperendo le strutture necessarie. «Non è ammissibile continuare a mandare i profughi negli alberghi, dove rimangono senza controllo e creano disagio per la popolazione», prosegue infatti Biffoni.
Il piano di distribuzione messo a punto dal Viminale in accordo con l’Anci punta ad allargare il numero dei Comuni aderenti al Sistema Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati che oggi accoglie 22.971 migranti su un totale di 168.026 (129.787 trovano posto nelle strutture temporanee). Per questi è previsto un tetto di 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti per le città di medie e grandi dimensioni, e di 1,5 ogni mille abitanti per i centri più piccoli.

Per fare un esempio: nei Comuni della provincia di Prato, che aderiscono tutti al sistema Sprar, verrebbero distribuiti 600 migranti invece degli attuai 700.
Ieri intanto l’Onu ha confermato il mar Mediterraneo come la rotta più pericolosa per i migranti. Da gennaio a oggi hanno perso la vita tentando la traversata 3.740 migranti contro i 3.771 del 2015. «Quest’anno è di gran lunga il peggiore che abbiamo mai visto nel Mediterraneo», ha detto da Ginevra il portavoce dell’Unhcr William Spindler.