Per il momento lo scontro con Vienna è rimandato. «Abbiamo evitato fino ad ora una crisi e la chiusura del Brennero», annuncia il ministro degli Interni Angelino Alfano al termine dell’incontro avuto con il collega austriaco Wolfang Sobotka. Che conferma quanto detto dal titolare del Viminale, stando però bene attento a sottolineare i passaggi che interessano di più Vienna: l’Austria non costruirà nessuna barriera finché non ce ne sarà bisogno, spiega, altrimenti la recinzione al confine verrà fatta anche se, dice, «servirà solo a incanalare il traffico per i controlli». Sobotka risponde poi anche al premier Matteo Renzi che due giorni fa ha accusato Vienna di violare le norme europee. «L’Austria non fa nulla contro il diritto europeo – assicura – Rispetta la convenzione di Ginevra e ha appena varato una legge sull’asilo. Ci muoviamo sempre in base al diritto europeo e ci auguriamo che lo stesso facciano tutti».
Di sicuro ieri non si è firmata nessuna pace, al massimo una tregua e anche abbastanza fragile. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, l’impressione è che Roma e Vienna continuino a perseguire obiettivi diversi e che la convergenza di intenti mostrata dai due ministri serva solo a rassicurare le rispettive opinioni pubbliche. Del resto non sarebbe la prima volta. Dopo il primo annuncio austriaco di voler chiudere il valico del Brennero, esattamente venti giorni fa Alfano ha incontrato al Viminale il predecessore di Sobotka, l’allora ministra Johanna Mikl-Leitner, assicurando anche quella volta massima comunione di intenti tra i due Paesi. Durò tre giorni, poi l’Austria confermò l’intenzione di andare avanti con il progetto. Ora si rischia di rivedere la stessa scena.
Per ora, però, sembra prevalere l’ottimismo. Alfano ha annunciato che il governo austriaco ha accettato il piano predisposto dall’Italia per evitare flussi di migranti verso il confine. Piano che consiste nell’identificazione di quanti sbarcano sulle nostre coste (cosa che già avviene oggi), ma anche predisporre hotspot sulle navi impegnate nel canale di Sicilia per identificare e smistare i migranti. Idea che sembra però essere più che altro uno spot elettorale, visto che l’esame delle richieste di asilo prevede la possibilità di fare ricorso in caso di respingimento e che comunque senza un accordo dell’Europa, i migranti verrebbero portati sempre in Italia.
Per quanto riguarda poi la richiesta austriaca di poter controllare direttamente chi viaggia sui treni diretti al Brennero, i due ministri affermano cose diametralmente diverse: per Alfano l’Italia avrebbe respinto con un secco «no» la richiesta di Vienna, ma il rifiuto deve essere sfuggito al ministro austriaco, che invece nel corso di una conferenza stampa in serata all’ambasciata del suo paese, si è detto «molto lieto» del fatto che presto pattuglie miste italo-austriache controlleranno insieme i convogli ferroviari.
Le ultime mosse di Vienna preoccupano comunque l’Unione europea, anche perché rischiano di rappresentare la spallata definitiva la trattato di Schengen. La possibile chiusura del Brennero sarà quindi oggetto dell’incontro fissato per il 9 maggio tra Renzi e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Junker, mentre il segretario dell’Onu Ban Ki-moon si è detto «allarmato per il rigurgito di xenofobia» che si è manifestato in Austria.