La scena politica greca ieri era presente in forze a Firenze e a Roma. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato il premier greco Antonis Samaras, in vacanza in Italia, per tre ore nel centro storico di Firenze, dove hanno pranzato per tre ore sull’esclusiva terrazza dell’hotel Westin Excelsior. Visto che nulla del colloquio è trapelato, se non che al tavolo erano presenti le rispettive consorti, è credibile che il blitz vacanziero di Samaras sia stata la risposta agli incontri romani del suo principale antagonista, Alexis Tsipras.

A differenza di Enrico Letta, che da presidente del consiglio incontrò Tsipras in una precedente visita italiana, Renzi non solo non si è fatto trovare a Roma, ma ha incontrato l’esecutore dei memorandum imposti dalla Troika alla Grecia: tagli, austerità e impoverimento. Lo stile politico è una scelta di campo. Quella di Renzi e Samaras è chiara. Ma lo è altrettanto quella di Tsipras, il leader di Syriza uscito vincitore alle europee di maggio in Grecia. Incontri pubblici, come quello di buon mattino con i lavoratori dello spettacolo che occupano il teatro Valle da tre anni, in serata il comizio con poche centinaia di persone, età media alta, ieri sera a piazza Farnese. Dalle 9,30 di oggi l’assemblea nazionale al teatro Vittoria per rilanciare il 4% strappato alle europee con la lista «L’altra Europa».

Tsipras rifugge dagli ossimori renziani, quello sulla «flessibilità del rigore». Espressione che non ha spazio in Grecia dove le parole hanno un significato preciso: un taglio è un taglio, l’austerità non è un’allusione, ma indica un contenuto e rivela un contesto dove ci sono mandanti ed esecutori. In questa politica la scelta degli interlocutori è decisiva. Se Renzi sceglie i custodi dell’austerità, Tsipras solidarizza con il Valle che Renzi e il Partito Democratico romano, tranne qualche eccezione, vorrebbero affidare ad un privato mediante un bando sull’esempio della Pergola a Firenze.

Teatro Valle: «Un’esperienza fondamentale»

Nell’incontro mattutino, alla presenza degli eurodeputati Barbara Spinelli, Curzio Maltese e Eleonora Forenza, il discorso dell’aspirante primo ministro greco è stato chiarissimo: «Bisogna scongiurare il tentativo dello Stato di rioccupare questi spazi – ha detto – L’esperienza del Valle è fondamentale per rilanciare il ruolo sociale dell’economia. La sinistra deve appoggiare in Italia e in Europa tutte le esperienze di autogestione per creare un’economia cooperativa. Nella cultura questo approccio può creare soluzioni originali».

L’occupazione del Valle ne ha viste tante in questi anni, ma quasi mai è stata descritta con queste parole da un politico di rilievo internazionale. Diretto interlocutore di intellettuali come Slavoj Zizek, Etienne Balibar o David Harvey, che recentemente hanno sottoscritto un appello in favore del Valle pubblicato dal nostro giornale, Tsipras ha invitato gli attivisti alla festa dei giovani di Syriza ad Atene in settembre dove verrà presentato un manifesto politico che promuova le realtà culturali indipendenti in tutta Europa, affermi i diritti dei freelance dello spettacolo e della cultura, anche con iniziative parlamentari a Bruxelles.

«Con questi appoggi – ha detto Tsipras – sarà difficile per il comune di Roma o per il governo Renzi reprimere il Valle».

«Il futuro della sinistra sta nell’Altra Europa»

Passare una giornata con Tsipras significa lasciarsi alle spalle la lingua di legno della politica, previa una buona traduzione. Nel silenzio assordante del governo e dell’Europa sulla strage in corso a Gaza egli ha ribadito di «sentirsi palestinese. Se siamo europei dobbiamo reagire a questa strage». Della lista elettorale che ha portato il suo nome, Tsipras dice che «ha dato alla sinistra italiana la possibilità di restare viva con le sue tradizioni di lotte e culture. Un successo, visto l’oscuramento mediatico e la grande concorrenza del Pd». Più tardi al comizio in piazza Farnese ha avvertito, senza ambiguità, «chi s’inganna di avere un futuro politico al di fuori del percorso avviato con le europee».

Il tentativo di Tsipras è strappare la sinistra al politicismo autoreferenziale per affrontare le questioni reali. Su Grillo ad esempio: «È caduta una maschera. La sua alleanza con l’ultradestra di Farage apre spazi per la sinistra. Bisogna riconquistare la fiducia del nostro popolo che ha riempito la nostra assenza con altre scelte». Infine, un’indicazione su come costruire mutualismo e contro-poteri per radicarsi nella società. Il modello è Syriza: «Creare spazi di partecipazione e dialogo in ogni luogo di lavoro e in ogni città». In Italia ne esistono centinaia, ma sono frammentati e sotto attacco. Per riconquistare la fiducia bisogna immergersi in questo mare. Stare fermi è come affogare.

La battaglia contro il «merkelismo»

Con «Merkelismo» Tsipras intende lo stato di emergenza imposto in Europa dalle larghe intese tra i popolari conservatori guidati dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel e il neoliberismo che ha conquistato la socialdemocrazia europea. Questa maggioranza si è addirittura allargata ai liberali europei: tutti insieme hanno eletto Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione Europea.

«Un tempo pensavamo che il thatcherismo fosse imbattibile, ma poi è stato battuto – ha argomentato Tsipras in un’intervista a Repubblica Tv – Così penso che stia arrivando il momento che il potere assoluto esercitato dalla Merkel con risultati catastrofici in Europa possa finire. A differenza della Thatcher, la Merkel capisce i messaggi e può comprendere e che deve fare da oggi grandissimi cambiamenti».

Una strada che, a dire la verità, si presenta piuttosto lunga, e accidentata. «Da una parte dicono che le riforme devono continuare con tagli che tolgono ossigeno alla coesione sociale – conviene Tsipras – dall’altra parte dicono che l’austerità è gravissima e che bisogna cambiare rotta. Ci dicono che per lo sviluppo si deve stabilizzare e risanare l’economia pubblica. Dall’altra parte la loro austerità distrugge la crescita senza la quale non esiste un’economia pubblica sana». Questo è lo scenario schizofrenico in cui si muove la politica in Europa, e in Italia.

Per dissolvere l’apatia a cui essa induce, Tsipras sostiene che sono necessarie «iniziative radicali, non dichiarazioni senza contenuto». «Noi vogliamo un nuovo accordo sociale con l’aumento degli investimenti europei per lo sviluppo – continua Tsipras – Lo può fare la Bce se compra dei titoli della Banca europea degli investimenti. Ma è una decisione politica da prendere a livello europeo. Come anche politica è la decisione di dare una soluzione applicabile per tagliare il debito pubblico e privato in eccesso. Su questo pensiamo ad una loro mutualizzazione. Però credo che nessuna soluzione sia data senza lotte popolari e senza la pressione sociale delle classi popolari. Se i nostri popoli restano apatici e non chiedono una vita migliore, le cose domani andranno peggio».

L’attacco all’Italicum

Durissima la critica alla riforma elettorale che il governo Renzi immagina con i voti determinanti di Berlusconi e Forza Italia. «Renzi farebbe un grave errore politico se facesse scomparire l’area politica della sinistra con una legge elettorale che prepara uno scenario americano dove solo due forze hanno la rappresentanza. Vuole tendere una trappola, ma spesso in queste trappole ci finisce chi le ha pensate».

Il fronte sud dell’alleanza anti-austerità

Quella di Alexis Tsipras può essere anche interpretata come una lunga campagna elettorale in vista della conquista del governo ad Atene. E poi anche come un modo per costruire alleanze politiche quando dovrà decidere, sul serio, cosa fare contro il «merkelismo». «Per avere possibilità di successo i paesi dell’Europa del sud devono adottare strategie diverse da quelle del bravo alunno, che il governo italiano e quello greco seguono alla perfezione – afferma – Bisogna costruire un fronte politico e sociale internazionale, specialmente nei paesi del sud. Questo è il futuro anche per la sinistra italiana».