In un’intervista con il podcast di The Intercept, Alexandria Ocasio-Cortez ha affermato che i Democratici non sono riusciti a creare un vero piano di successione, ora che Nancy Pelosi e la sua generazione di leader si faranno da parte; Pelosi ha da tempo indicato che il prossimo mandato di due anni sarà il suo ultimo da speaker della Camera. «Anche i membri conservatori del partito che pensano che Nancy Pelosi sia troppo liberal, non hanno alternative praticabili. È il risultato di molti anni di potere concentrati in poche mani».

LE OSSERVAZIONI DI AOC sono un colpo indiretto a Hakeem Jeffries, membro del Congressional Black Caucus, che molti Dem hanno indicato come l’erede naturale di Pelosi. Ocasio-Cortez, tuttavia, non ha detto di voler votare contro Pelosi, come hanno fatto alcuni democratici moderati, mentre un gruppo di progressisti hanno lanciato l’idea di candidare lei nel 2022 come sfidante del leader Dem al Senato Chuck Schumerp. Ma la principale preoccupazione, al momento, non è il cambio di guardia nella leadership Dem al Congresso, visto che i siti governativi Usa sono nuovamente sotto attacco da parte di pirati informatici russi. Secondo il New York Times, i sistemi di posta elettronica di diverse agenzie federali sono state prese di mira e violate da un gruppo di hacker legati alla Russia. Ad essere colpiti sono stati, fra gli altri, i dipartimenti del Tesoro e del Commercio, e si parla di agenzie legate alla sicurezza nazionale.

L’ATTACCO È ARRIVATO nel momento peggiore possibile: durante una transizione presidenziale e una devastante crisi di salute pubblica. Bisogna ora capire la portata e il significato di ciò che sta accadendo e non sarà facile. Gli investigatori federali hanno riferito di avere prove di tattiche precedentemente sconosciute per penetrare nelle reti informatiche del governo, uno sviluppo che sottolinea la portata disastrosa delle recenti intrusioni della Russia, e l’incubo logistico che devono affrontare i funzionari federali che cercano di eliminare gli intrusi dai sistemi chiave.

Per giorni è stato chiaro che le patch software (il sistema primario di correzione delle vulnerabilità software) compromesse distribuite da una società con sede in Texas, SolarWinds, erano al centro degli sforzi per ottenere l’accesso ai sistemi informatici del governo Usa: ieri, però la Cybersecurity and Infrastructure Agency del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, ha detto che le prove suggeriscono l’uso di altri malware utilizzati per avviare quello che ha descritto come «un grave rischio per il governo federale e anche per i governi statali, locali, tribali e territoriali», e ha parlato di attacchi a «entità infrastrutturali critiche, e organizzazioni del settore privato». Sebbene molti dettagli siano ancora poco chiari, la rivelazione sulle nuove modalità di attacco solleva nuove domande sull’accesso che gli hacker russi sono stati in grado di ottenere ai sistemi governativi e aziendali di tutto il mondo.

IL CONTROLLO EFFETTIVO e percepito di così tante reti importanti potrebbe essere facilmente utilizzato per minare la fiducia del pubblico e dei consumatori nei dati e nelle comunicazioni. Nelle reti che controllano, i russi possono distruggere o alterare i dati e rubare delle identità; da Trump non è ancora arrivata una parola su questa crisi, anche se a detta di molti dovrebbe smettere di recriminare per le elezioni e governare per il resto del mandato. Gli Usa malati, impoveriti e ora sotto attacco informatico, avrebbero bisogno di un presidente, anche uscente.