Il Festival del cinema europeo di Lecce (8-13 aprile) ha omaggiato quest’anno Aleksandr Sokurov con una retrospettiva dei suoi film e l’Ulivo d’oro alla carriera. Dopo una intensa masterclass (di cui scriveremo su Alias) nell’incontro con la stampa il regista che ha riportato all’attenzione potere, letteratura, spiritualità, arte con film come Moloch, Faust, Arca russa ha parlato non solo delle sue ultime riflessioni filosofiche, ma anche dei prossimi progetti.

IL PRIMO non è un film ma una «nuova idea per il Padiglione russo» come lo ha definito e sarà inaugurato l’8 maggio alla Biennale di Venezia: «Per me, ci dice, è stato un grande onore lavorare con il più grande museo della mia patria, l’Hermitage. Adoro i musei e se ho l’occasione per sostenere un progetto museale sono disponibile a farlo ed ho voluto presentare uno studio su Rembrandt «Di nuovo addii e di nuovo incontri, nella condizione di un mondo instabile in cui non c’è unità di misura nei rapporti tra le persone. È un ripensamento di tutta la cultura espositiva e è il frutto del lavoro di tanti giovanissimi artisti». Per quanto riguarda il suo prossimo film è ancora nella prima fase di progettazione. «Penso sempre più spesso che non voglio più fare cinema, parte delle mie tematiche è irraccontabile».

INTANTO sta portando avanti una ricerca tra i materiali di Cinecittà che riguardano Hitler, Stalin, Churchill, Mussolini, con un titolo non definivotosto programmatico («La risata tra le lacrime»), un film per capire come sia stata possibile la seconda guerra mondiale: «Non stiamo cercando ’materiali di archivio’, non stiamo scavando nelle tombe, stiamo facendo emergere la seconda guerra mondiale nei rapporti umani. Non c’è bisogno di cercare i responsabili nell’inferno, spesso stanno in altri luoghi, all’inferno ci andrà chi ha ucciso un singolo essere umano, ma non chi è responsabile della morte di milioni di persone. È un lavoro alla fase iniziale, molto complesso pare la forma artistica e tecnica». Qualche riflessione sui tempi moderni la fa invece a proposito del denaro: «Questo terribile dualismo per cui viene tradotto in soldi la vita di tutte le persone. Nell’ Urss di un tempo si era trovato il modo di deprezzare il valore del denaro (quello che c’era) e vediamo come è andata a finire. Oggi in tutte le religioni il problema cruciale è come affrontare il problema dei soldi. I soldi e la finanza stanno prendendo la funzione del Cristo, persino il comportamento degli islamici è come affrontare il problema della finanza nel mondo».