Parte da oggi una nuova rubrica, a cadenza quindicinale, dedicata al mondo e ai protagonisti del jazz.

Ingiustamente ignorata dai media nazionali la scomparsa il 3 luglio scorso di Aldo Sinesio, produttore musicale, regista e documentarista morto a Riano (Roma) ad ottantatre anni. Di origine siciliana (Porto Empedocle) Sinesio è stato un intellettuale ed un produttore di cultura scomodo. A trentadue anni girò Tutto il bello dell’uomo, drammatica pellicola sulla mafia (con Lando Buzzanca e Lilla Brignone; musiche di Piero Umiliani, 1963) e si ricorda anche il suo doc televisivo Viaggio in Sicilia.
Eppure il nome di Sinesio è associato soprattutto all’etichetta discografica Horo Records (dal nome di una divinità egizia) che fondò nel 1972 a Roma e costituì il modello delle etichette indipendenti europee ed italiane. In una situazione molto diversa da oggi (con spazi ristretti, un gretto provincialismo culturale e poco prima del determinarsi di un pubblico giovanile di massa per la musica afroamericana), Aldo Sinesio ebbe il coraggio visionario di documentare la nuova scena italiana, l’avanguardia e la tradizione jazzistica con album che ancora oggi sono oggetto di interesse per studiosi, appassionati, collezionisti.
Mai ristampati in cd (anche se l’ipotesi era stata vagliata dal produttore), mai ceduti nonostante le pressioni e le richieste, gli oltre settanta Lp della Horo (tra cui la serie Jazz a Confronto) costituiscono un corpus variegato e rappresentativo del libertario jazz degli anni ’70, con tutte le sue fertili contraddizioni. I nomi parlano da soli: Renato Sellani, Marcello Rosa, Giorgio Gaslini, Gerardo Iacoucci, Mario Schiano, Giancarlo Schiaffini, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Massimo Urbani, il trio SIC, Laboratorio della Quercia… accanto a Johnny Griffin, Lee Konitz, Joe Venuti, Gil Evans, Sun Ra, Max Roach, Steve Lacy, Musica Elettronica Viva, Ran Blake, Archie Shepp, Jeanne Lee, Roswell Rudd, Sam Rivers (ad Umbria Jazz), Garrett List, Charlie Mariano, Lester Bowie, Don Pullen, George Adams, Dave Burrell, Aldo Romano, Martial Solal, Karl Berger, David Murray… C’era anche una Freddie Hubbard Anthology in cinque lp (uscita nel 1981) e proprio al grande trombettista nel dicembre 2010 Sinesio aveva dedicato a Porto Empedocle quattro serate di concerti. In quell’occasione annunciò la nascita della A.Sinesio International Foundation per l’arte, la cultura e le tradizioni popolari” in cui trasferiva il suo patrimonio artistico e culturale. I recital (con Gianni Gebbia, Irio De Paula, Ivano Nardi) vennero registrati con l’idea di riprendere la collana Jazz a confronto; il ricavato delle serate andò al Coordinamento immigrazione di Agrigento, a Libera, alla sezione locale di Amnesty International, alla comunità di Contrada Ciuccafava, con interventi del comitato «NO rigassificatore».
Nonostante il passar del tempo e l’uscita dalla scena discografica attiva, Aldo Sinesio era sempre dalla parte giusta.

luigi.onori@alice.it