Con la scomparsa in tarda età – aveva compiuto 97 anni da poco – di Aldo Masullo, la comunità accademica italiana e non solo, del nostro Paese, perde una delle sue figure più significative e originali.

È difficile riassumere in un breve ricordo il suo complesso sistema di pensiero, sviluppatosi sin da quando, giovanissimo, fu allievo di Antonio Aliotta, che ricordo negli anni Cinquanta come poco noto filosofo anticrociano in una Napoli dominata dal pensiero di Croce.

Partendo dall’attualismo di Gentile, Masullo elabora il suo materialismo critico entrando in contatto con l’esistenzialismo e la fenomenologia, anche grazie alla sua esperienza di lavoro a Friburgo, nella seconda metà degli anni Cinquanta, con Eugen Fink.

Il suo pensiero si arricchisce delle categorie husserliane che contribuisce a far conoscere nel Sud d’Italia, con opere giustamente famose quali Logica, psicologia, filosofia. Un’introduzione alla fenomenologia (1961); Lezione sull’intersoggettività. Fichte, Husserl (1963); La comunità come fondamento. Fichte, Husserl Sartre (1965) e Il senso del fondamento (1967), opere nelle quali volta a volta si confronta con altri sistemi di pensiero, interagendo con essi e arricchendosi sempre di più con articolazioni, importanti e originali.

Filosofo morale, Masullo è profondamente impegnato a fondare un’ “etica attiva della salvezza”, come recita un suo importante volume del 1995: Il tempo e la grazia. Per un’etica attiva della salvezza. Importante è vivere la scelta etica attivamente, reagendo così all’indifferenza nella quale il singolo rischia di cadere in un tempo che sollecita l’egoismo indifferente: Paticità e indifferenza (2003).

Contro l’indifferenza sono rivolti i suoi interventi, sempre lucidi e rigorosi pubblicati frequentemente sul quotidiano napoletano, nel quale ci richiama all’assunzione di un superiore punto di vista etico, a una responsabilità che si prende cura degli altri, diventa pedagogia della salvezza.

Per la sua “militanza napoletana”, nel 2018 Masullo ebbe conferita dal sindaco De Magistris la cittadinanza onoraria. Ho avuto il piacere di conoscere, frequentare a lungo Aldo Masullo e di essere suo compagno da Senatore DS, nella Commissione cultura della XIII Legislatura (1996-2001); Masullo era stato già deputato comunista negli anni Settanta ed era sempre pronto a condividere iniziative, interventi, firmando con me richieste di ordini del giorno o interrogazioni nelle quali mi era assiduo compagno anche Massimo Veltri.

Nell’anniversario della morte di Giordano Bruno, Masullo andò a rendere omaggio al filosofo per sottolineare ancora una volta l’irriducibilità del libero pensiero rispetto alla violenza del potere.

Continuammo a frequentarci anche dopo l’esperienza parlamentare: fu ad esempio il principale relatore, nella presentazione di Pulcinella. Il mito e la storia (Leonardo, 1992), mio e di Domenico Scafoglio, organizzata da Carla Pasquinelli nell’Università “L’Orientale” di Napoli.

In epoca di smarrimenti e di afasia quale la nostra, ci mancherà Aldo Masullo, la sua voce, la lucidità della sua intelligenza, il rigore del suo impegno morale.