«Alcuni passaggi sono da commedia all’italiana. Ad esempio: chi è espulso paga una multa ed è tenuto a dimettersi. E se non si dimette che fai, lo espelli un’altra volta?». Il professor Aldo Giannuli è stato amico e consigliere di Gianroberto Casaleggio e ha tenuto corsi accelerati per molti dei parlamentari grillini. Oggi dà un giudizio tranchant sui nuovi regolamenti del M5S.

Dunque, professore: cosa sta succedendo nel Movimento?

Diciamocelo chiaro e una volta per tutte: il M5S è un partito. Ha un suo percorso di istituzionalizzazione e si dà delle regole. Dalle quali discende il tipo di soggetto politico che stai costruendo.

Cosa avrebbe detto di queste regole Casaleggio?

Non gli sarebbero piaciute. Sta succedendo quello che avevo temuto: è una mutazione genetica. La base fino ad oggi ha accettato ogni forzatura, ma ciò non è eterno. Non è detto che in un secondo momento non ci sia una crisi di rigetto. Il M5S sta ripetendo in forma inconsapevole la traiettoria del Pci. Inclusa la scelta di andare al governo ad ogni costo.

Si centralizzano le decisioni, si apre ai nuovi iscritti, non si vietano più le alleanze.

Ho il sentore che qualcuno abbia bussato alla porta del M5S. È difficile altrimenti pensare che chiunque decida di iscriversi e poi candidarsi, e tutto entro il 3 gennaio. Anche sulle alleanze devono avere qualcosa in testa, una strategia. Per prima cosa escluderei accordi con Berlusconi: questa sarà la campagna elettorale di Forza Italia contro il M5S e viceversa.

E allora?

L’ipotesi classica è quella dell’accordo con la Lega. Ma Salvini dovrebbe avere un grande risultato per garantire al M5S una maggioranza. Lo stesso vale per Liberi e Uguali. Non mi sento di escludere che ci siano pontieri che lavorano ad un patto con un Pd che reduce da una batosta potrebbe dare l’appoggio esterno al governo Di Maio per aver modo di riorganizzarsi. Magari in nome del rispetto della volontà popolare. Ma un discorso del genere sarebbe stato nelle corde del Renzi prima maniera…