Il suo volto rotondo e sorridente, il faccione tipico di un eterno italiano, passato dal fascismo al nuovo millennio, in mille fantastiche interpretazioni, annuncia la grande mostra del centenario, Alberto Sordi 1920-2020, che si terrà dal 7 marzo al 29 giugno nella meravigliosa villa romana dell’attore, aperta al pubblico per la prima volta per celebrare il grande artista a cento anni dalla nascita. In piazzale Numa Pompilio, nascosta nel verde di Caracalla, si affaccia la leggendaria casa dell’attore, progettata negli anni trenta dall’architetto Clemente Busiri Vici, comprata da Sordi nel 1954, bruciando sul tempo Vittorio De Sica e abitata ininterrottamente dal 1958. Uno scenario eccezionale che permetterà ai visitatori di immergersi nella vita quotidiana, tra le passioni e i segreti di un gigante dello spettacolo famoso per i suoi film, ma poco conosciuto nella dimensione privata. «L’obiettivo – ha spiegato Alessandro Nicosia, curatore della mostra, insieme con i giornalisti Gloria Satta e Vincenzo Mollica – è stato quello di costruire, all’interno della visita della villa, una mostra celebrativa. Il pubblico avrà una doppia offerta, da una parte potrà vedere la villa così come Sordi l’ha lasciata, con i suoi luoghi spettacolari, come il teatrino o la barberia e dall’altra parte potrà anche accedere a una grande mostra con una grande sezione in cui sono esposti dei materiali incredibili che permettono di scoprire la figura di Alberto Sordi, anche oltre le produzioni cinematografiche». Il percorso multimediale della mostra, si svilupperà non solo nei vari locali della villa e nell’ampio giardino, attraverso documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie e video ma si allargherà anche al Teatro dei Dioscuri, che ospiterà una seconda sezione con materiali messi a disposizione dall’Istituto Luce e la proiezione di Storia di un italiano programma tv degli anni Settanta.

«ERA UN PROGETTO a cui Sordi dedicò gli ultimi anni della sua vita, perché convinto che quei personaggi potessero raccontare gli italiani del Novecento», ha aggiunto ancora Nicosia. E il suo imprinting di maschera straordinaria, negli anni del neorealismo e della commedia all’italiana, attraversando la ricostruzione, l’emigrazione, il boom economico, il femminismo, l’euforia degli Ottanta, l’evoluzione della coppia, il rapporto con la Chiesa, l’arroganza del potere, la solitudine degli anziani. Bocciato all’Accademia d’Arte Drammatica per la sua forte inflessione romana, si rifece con gli interessi passando dalla radio al teatro, dal grande schermo alla tv, nelle sue innumerevoli trasformazioni, ha rappresentato un Paese intero con i suoi difetti e le sue virtù, con i mutamenti del costume e della società, tenendo presente la sua gagliarda romanità, bonacciona e becera, sferzante e delicata, sul filo dell’autoironia, magnificamente illustrata nella scena clou di Un americano a Roma.

«LA SCENA dei maccheroni, improvvisata e ripresa in un solo ciak, – dice la Satta – raccontò di averla provata a casa, mentre i genitori dormivano, allestì una tavola con le prelibatezze, come la mostarda e il ketchup, che all’epoca non si trovavano e finendo con mazza che zozzeria». Però il Kansas (City) gli diede la cittadinanza onoraria e un trofeo, gelosamente custodito insieme ad altri 250 pezzi (tra cui 120 premi, un paio di De Chirico), nel suo sublime fortino, dove si trovano anche l’inginocchiatoio e la piscina, un museo di ricordi conservati con la certosina cura e l’amore per le cose di chi ha fatto la guerra anzi guera, fero, ssedia. Per la straordinaria occasione, la Fondazione Sordi ha deciso di mettere a disposizione dei visitatori anche lo spazio antistante la casa, dove saranno proiettati i film più famosi dell’attore romano.

A QUESTO scopo, sarà allestita una struttura apposita per vedere le pellicole. Ed il 15 giugno 2020, giorno del suo centesimo compleanno, Roma si prepara ad una grande festa.