La mattina del 25 novembre 1970, nelle vicinanze del molo di Congress Street, Brooklyn, fu trovato il corpo di un giovane afroamericano. Il medico legale, da un’occhiata al corpo, diagnosticò una morte per asfissia da annegamento, ipotesi più che fondata: suicidio. Non ci fu successiva autopsia, anche se qualche mese dopo cominciò a circolare la voce che la testa presentava una ferita di arma da fuoco. O che forse c’era traccia di una coltellata alla schiena. Era il corpo trentaquattrenne di una delle presenza più intensamente avvampanti mai apparse sulla scena internazionale del jazz creativo. Il mite e fiammeggiante Albert...