L’Albania è già in campo, prima ancora della prossima ondata primaverile di profughi, per alleggerire il peso insopportabile dell’accoglienza in Grecia, lasciata sola dal resto dell’Europa con la rotta balcanica ormai chiusa.

La vice ministra degli Interni albanese, Elona Gjebrea intervista dalla tv privata Top Channel ha affermato che sono in corso colloqui tra la Grecia e l’Ue «per organizzare il passaggio di 10mila rifugiati in Albania».

Alcune migliaia di migranti sbarcati in Grecia – dove almeno 20mila persone sono bloccate dalla chiusura delle frontiere macedoni e balcaniche – sono già state trasferite al confine con l’Albania: a Ioannina, Kastoria e Follorina, dove le autorità locali avrebbero recuperato strutture per ospitare almeno 5mila persone mentre quattro nuovi hot spot sarebbero in fase di allestimento a Filippide, nel porto di Igoumenitza e in due basi militari dismesse a Ioannina, capoluogo della regione «rossa» dell’Epiro.

Mentre in territorio albanese, secondo una fonte di Medici senza frontiere, sono in via di realizzazione tre punti di primo soccorso sul confine: a Qaf Bota, Kakavija e Kapshtica.

Cinquecento agenti della polizia albanese sono già stati dispiegati per il pattugliamento della frontiera orientale, ai quali si aggiungono 20 poliziotti inviati dall’Italia. Le guardie di frontiera italiane entreranno in servizio dal 15 marzo nel quadro degli accordi tra Roma e Tirana per rafforzare la cooperazione bilaterale di fronte alla nuova emergenza prevista. «Finora non abbiamo segnalazioni di un flusso di migranti attraverso l’Adriatico – dice Angelino Alfano ai media albanesi -ma è ovvio che con la chiusura della rotta balcanica un’altra si può aprire».

Bruxelles continua a ribadire che la Grecia non sarà lasciata sola. Il commissario Ue per gli aiuti umanitari Christos Stylianides ha incontrato il premier Alexis Tsipras a Atene per coordinare gli aiuti che dovrebbero concretizzarsi anche in 700 milioni di euro in tre anni, soldi che però dovrebbero coprire tutte le emergenze, incluso catastrofi naturali e terrorismo.