Ha attaccato un cameraman della Reuters, ha preso a calci un giornalista e buttato in terra un’operatore della televisione greca Alpha: l’uscita dal tribunale dell’ex portavoce e deputato di Alba dorata Ilias Kasidiaris si è trasformata in uno show di aggressività ed esaltazione. L’ha giurata anche al prossimo sindaco di Atene – «ti gambizzerò» ha promesso – sostenendo che gli arresti sono «una messa in scena» tesa a eliminare il partito in vista delle amministrative in programma a maggio e nelle quali Kasidiaris intende candidarsi alla carica di primo cittadino. «Adesso vedrete schifosi», ha minacciato la stampa presente il suo «camerata» Ilias Panagiotaros, mentre Nikos Mixou, il terzo parlamentare del partito neonazista greco messo ieri in libertà vigilata, riusciva a essere ancora più esplicito: «Arriveremo fino in fondo! Ci fermerete solo con la pallottole! Usciremo anche dalle tombe. Lo dovreste sapere. Non torneremo indietro». Tutti e tre insieme hanno applaudito il quarto della squadraccia, il deputato Giannis Lagos, che invece si è visto chiudere le porte del carcere alle spalle. A inchiodarlo sarebbero le telefonate intercettate con l’assassino reoconfesso di Pavlos Fissas, il rapper antifascista conosciuto come Killah P, ammazzato a coltellate dal militante neonazista lo scorso 17 settembre.
Kasidiaris, accusato di essere il capo delle operazioni di Alba dorata e ritenuto il responsabile dei campi paramilitari per l’addestramento degli iscritti, ha dovuto pagare una cauzione di 50.000 euro e ha l’obbligo di non uscire dalla Grecia, così come Panagiotaros e Mixou, cui è stata risparmiato il pagamento del deposito di garanzia. I tre deputati liberati hanno rifiutato tutte le accuse.

Ieri sera è cominciato l’interrogatorio del «führer», e fondatore di Alba dorata, Nikos Mixaloliakos, trasferito al tribunale di Evelpidon con una imponente scorta. Ad attenderlo fuori dall’edificio una pattuglia di neonazisti che lo hanno salutato al grido di: «Sangue, onore, Alba dorata». Mixaloliakos dovrà rispondere all’accusa di istituzione e gestione di organizzazione criminale. Per oggi è invece in programma l’interrogatorio del sesto parlamentare, Christos Pappas, ritenuto il «numero due» dell’associazione a delinquere.

Il premier Antonis Samaras da Washington, dove ha incontrato la numero uno del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, ha continuato ha spargere veleni contro gli opposti estremisti: «Liquidiamo l’estremismo, è la volontà politica del governo», ha detto, non limitandosi a citare Alba dorata, ma includendo anche «l’altro estremo che parla di uscita dall’Unione Europea e dalla Nato». Si riferiva indirettamente alla sinistra radicale di Syriza.

Fonti dell’entourage di Samaras riferiscono però dell’insoddisfazione del primo ministro per l’operato del titolare della Giustizia Charalambos Athanasiou. Mentre il responsabile degli Interni, Yannis Michelakis, si è affrettato a commentare il rilascio dei tre deputati deciso dai giudici: «Non significa nulla, gli elementi a loro carico ci sono, le accuse per attività illegali esistono. Non lo dobbiamo dimenticare, l’interrogatorio era solo il primo passo». «Abbiamo fiducia nella giustizia», ha ribadito da Bruxelles il leader di Syriza Alexis Tsipras sottolineando che «in una crisi sociale e politica molto forte, la crescita del fascismo è una minaccia per tutta la Ue e non solo per la Grecia».

Le indagini comunque continuano e anche gli arresti. Ieri è finito in carcere, con l’accusa di essere un collaboratore del gruppo neonazista, l’ex capo del commissariato di polizia di Agios Panteleimonas, un quartiere centrale di Atene abitato da numerosi immigrati. Ai residenti della sua zona che si lamentavano della presenza degli immigrati irregolari e chiedevano l’intervento della polizia, l’ufficiale consigliava di rivolgersi alla locale sezione di Alba Dorata per avere «un servizio migliore». Con questo salgono a nove gli arresti di membri del corpo della polizia ritenuti coinvolti nell’organizzazione criminale.