Si era dato alla macchia già prima che il tribunale sentenziasse che Alba Dorata è un’organizzazione criminale e lo condannasse a 13 anni di prigione. Il primo ottobre era passato a mettere la firma al commissariato e poi era volato via. Ma gli astuti segugi della polizia greca avevano scoperto la sua fuga con 22 giorni di ritardo.

Dopo nove mesi di latitanza Christos Pappas è stato arrestato la sera di giovedì. Era nascosto nel discreto piano terra in una stradina di Zografou, quartiere residenziale di Atene, a due passi dal quartier generale della polizia. Nell’appartamento era ospite di una camerata di origine ucraina, la quale, una volta naturalizzata, era corsa a porre la sua candidatura nella lista di Alba Dorata nelle elezioni comunali del 2019.

Il numero due del gruppo nazista non ha opposto resistenza. Ha chiesto solo il tempo di mettersi addosso qualcosa e si è consegnato agli agenti. Ieri ha avuto un brevissimo incontro con il procuratore responsabile per l’esecuzione della pena e dopo è rimasto rinchiuso nelle celle dell’antiterrorismo in attesa del trasporto al carcere di Domokos. Là inconterà quasi tutta la leadership del gruppo nazista. Con Pappas, infatti, tutti i caporioni nazisti stanno sotto chiave. Prima di lui, in aprile, era stato rinchiuso nello stesso carcere anche Yannis Lagos, dopo che il Parlamento Europeo gli ha tolto l’immunità e le autorità belghe lo hanno estradato a tambur battente.

 

Pappas è membro fondatore di Alba Dorata, creata da lui e dal fuhrer Michaloliakos pochi anni dopo il miserevole crollo del regime dei colonnelli. Il padre di Christos, Elias Pappas, era ufficiale dell’artiglieria e stretto collaboratore del dittatore Papadopoulos. Per questo motivo nel 1984 il dittatore indicò dalla sua cella Pappas come capo dell’organizzazione giovanile del partito colonnelliano EPEN, creatura effimera che non è mai entrata in Parlamento.

Gran parte del materiale accusatorio usato, dopo dure lotte della parte civile, al processo di Alba Dorata proveniva dalla sua abitazione nella città di Giannina: foto e video con esercitazioni con armi da guerra, riti pagani, saluti romani di fronte alla svastica. Il vicecapo non aveva fatto in tempo a correre nell’Epiro per cancellare tutto. Secondo la polizia greca la segnalazione sul nascondiglio di Pappas era arrivata «qualche giorno» prima dell’arresto. Molti hanno l’impressione che questo molto pubblicizzato «grande successo» di una polizia nota per le sue simpatie verso l’estrema destra sia stato eseguito di proposito proprio nel momento in cui il ministro di polizia Michalis Chrisochoidis faceva l’ennesima gaffe. Martedì scorso Chrisochoidis stava tenendo, insieme con la collega della Cultura Lina Mendoni, una conferenza stampa negli stessi uffici centrali della polizia dove ora è tenuto Pappas.

I due ministri dovevano presentare ai giornalisti un Picasso e di un Mondian, misteriosamente spariti nel 2012 dalla Pinacoteca Nazionale di Atene e recentemente, sempre misteriosamente, recuperati. L’intenzione era di esaltare il «grande successo» di una delle polizie meno efficienti d’Europa. Ma la festa è stata rovinata dal dispettoso Picasso che ad un certo punto è scivolato dal tavolino ed è rovinosamente caduto sul pavimento. Prontamente rialzato, acchiappandolo a mani nude, dall’atletico responsabile delle relazioni pubbliche di Chrisochoidis. Una scena penosa immortalata dalle telecamere in un umiliante video che ha fatto il giro del mondo. Era il momento giusto di mettere le manette all’ultimo caporione nazista.