«Non riusciamo più a metterci in contatto con la barca. L’ultima comunicazione è stata alle 13.49 e ci hanno informato che due persone sono svenute e sono in condizioni mediche critiche. La cosiddetta Guardia costiera libica non risponde più alle nostre chiamate». E’ l’appello disperato lanciato nel pomeriggio di ieri da Alarm Phone, il servizio telefonico di soccorso dei migranti dopo che si erano pese le tracce di un barcone in difficoltà con a bordo 150 migranti. Ieri mattina era stata la tesso Alarm Phone a lanciare l’allarme per l’imbarcazione che si trovava con il motore rotte e una falla dalla quale entrava acqua al largo delle coste libiche e ancora acque territoriali di tripoli. La nave mare Jonio, della piattaforma Mediterranea, si è detta pronta a intervenire in soccorso dei migranti pur trovandosi a 100 miglia di distanza. Nei precedenti post gli attivisti di Alarm Phone avevano riferito di aver informato le autorità di Roma, La Valletta e Tripoli sulla posizione della barca e che un velivolo della missione Ue Eunavformed, così come un’imbarcazione della Guardia costiera libica, si stavano dirigendo nella zona. «Ritornare in una zona di guerra è l’unica opzione lasciata dall’Europa, ma è meglio che annegare», avevano scritto. Poi la perdita di ogni contatto con i migranti, con le autorità libiche che come al solito non forniscono informazioni.

Intanto ieri l’Unicef ha fornito i numeri di quanti migranti hanno perso la vita nei primi tre mesi dell’anno: 365, oltre il 60% del numero totale di vittime registrate in tutto il 2018. I dati li fornisce l’Unicef. Sono 16.000 invece i migranti e i rifugiati che hanno raggiunto l’Europa attraverso il Mediterraneo; anche se il numero è in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2018, la percentuale di bambini è aumentata da 1 su 5 a 1 su 4, sottolinea l’Unicef.