La prima delibera di iniziativa popolare depositata in un municipio chiede l’attuazione della disposizione XII della Costituzione che vieta di ricostituire il partito del fascio littorio. È l’esito della raccolta firme promossa dal Coordinamento unitario antifascista e antirazzista del VII municipio di Roma, un’area vasta che conta oltre 300mila abitanti.

Le firme sono state consegnate il 30 aprile. «Ne servivano 500, ne abbiamo raccolte 1.452» annuncia Fabio Pari, della segreteria provinciale Anpi. La palla passa adesso alla maggioranza 5 Stelle. L’iter prevede che entro 45 giorni la delibera sia discussa in giunta, poi votata in quella sede e portata al consiglio. Se venisse approvata, a differenza di una mozione o di un altro atto di indirizzo, diventerebbe immediatamente attuativa.

Cosa prevede? In primis, la restituzione al pubblico dei locali occupati da organizzazioni neofasciste. Come quelli di via Taranto 57, di proprietà Ater ma in mano a Forza Nuova, o di via Assisi 140, di proprietà Inps ma controllati da gruppi vicini a Casapound. Inoltre, la misura esclude da bandi e patrocini le realtà non esplicitamente antifasciste.

La conclusione della campagna è stata presentata ieri in una conferenza stampa, nella Casa della memoria e della storia. Presenti, oltre a Pari, il presidente dell’Anpi provinciale di Roma Fabrizio De Sanctis, la consigliera regionale Marta Bonafoni e Guido Marinelli, dell’Anpi VII municipio. Quest’ultimo ha affermato: «Fino ad ora le istituzioni municipali non hanno sostenuto questo percorso di partecipazione popolare e democrazia diretta. Abbiamo avuto perfino difficoltà a consegnare le firme. Siccome il momento cruciale riguarda l’iter di approvazione, speriamo che la maggioranza 5 Stelle cambi postura e voti la delibera».