Care lettrici e cari lettori deI manifesto.

Comincio così perché questo non è un articolo ma una lettera, cioè una richiesta di contatto diretto con chi fra voi abbia il tempo, e la voglia, di collaborare con quanto da ormai quasi un anno ci siamo messi a fare (il “ci” sta per una decina di ecologi scienziati e professionisti di alto livello, di cui io sono solo la portavoce): una task force chiamata “Natura e lavoro”. Non mi dilungo qui sia perché è sul Manifesto, nel luglio scorso, che abbiamo pubblicato il nostro primo programma (un inserto intitolato “Attenti ai dinosauri”), sia perché da allora sono stati già parecchi gli articoli dei membri della nostra task force pubblicati da questo giornale.

La redazione consiglia:
Un e-book per combattere i Dinosauri

Adesso vi scrivo per informarvi che dai prossimi giorni daremo vita, sull’edizione on line del giornale, a una rubrica fissa in cui daremo conto con regolarità delle cose che andiamo facendo (già molte, siamo abbastanza soddisfatti), sia informando, e commentando quanto sta facendo il governo ma anche i tanti gruppi che operano sul fronte ecologico.

Il manifesto già da tempo sta dando un importante contributo con il prezioso inserto del giovedì, l’Extraterrestre. Noi affrontiamo nell’ambito assai largo delle cose da fare una tematica specifica, quella legata direttamente al lavoro, per aiutare in particolare i sindacati a condurre le indispensabili vertenze atte a promuovere i settori di occupazione nuova e utile che dovranno sostituire quelli che devono esser abbandonati perché aggravano ulteriormente il disastro che minaccia la Terra. Il ricatto che pesa sui lavoratori, imposto da chi ritiene che ci si possa salvare senza una trasformazione profonda del modo di produrre e consumare, è pesantissimo e l’impegno deve andar ben oltre una generica protesta. Per questo, scopo della rubrica non è solo informarvi, ma sollecitare la vostra fantasia e il vostro impegno, qualcosa che ogni persona di sinistra – che si preoccupa oltre che di se stesso anche degli altri – dovrebbe cercare di fare.

Per questo stiamo cercando di attivare sul territorio, reti che mettano in rapporto soggetti sociali diversi per cominciare ad aprire a quel livello le vertenze necessarie.

L’indicazione di Landini di costruire accanto ai sindacati di categoria, sempre meno esaustivi oggi che il lavoro è stato così frantumato, anche “sindacati di strada”, facilita la nostra iniziativa. Per farvi un esempio: il 16 aprile stiamo preparando assieme al sindacato edili, la Fillea, e gruppi femministi, un primo incontro per riflettere sull’abitare oggi e su come usare bene i fondi per la transizione ambientalista nel ridisegnare immobili e quartieri.