Partirà sabato il festival Castelnuovo fotografia, giunto quest’anno alla sua quinta edizione con il titolo Landscape – Portrait: l’indagine, attraverso mostre, presentazioni di libri, letture portfolio e foto bookshop (lo spazio collettivo dedicato all’editoria di settore, alle fanzine e al self-publishing) sarà concentrata sulla dimensione esistenziale del paesaggio, declinato anche nelle sue «inquadrature» naturali, urbane e sociali. L’ispirazione ha qualcosa di dadaista e gioca con il linguaggio: landscape – orizzontale, portrait – verticale, sono le parole che vengono utilizzate per orientare lo schermo degli smartphone, strumento universale di comunicazione attraverso l’immagine. Ideato e diretto da Elisabetta Portoghese e organizzato dall’Associazione Dieciquindici, si svolgerà durante questo weekend e quello dell’8 ottobre, con un fitto calendario di appuntamenti e mostre.
Nelle sale della cinquecentesca Rocca Colonna ci saranno diverse personali a tema. Flore (fotografa franco-spagnola) ha lavorato sull’adolescenza in Indocina di Marguerite Duras, mentre Germano Serafini si è concentrato sull’ultramondo: in 4100 K, a cura di Michela Becchis, rappresenta in gradi Kelvin la temperatura della luce della luna: le immagini derivano dallo studio dei colori che naturalmente vengono impressionati sul supporto fotografico a luce lunare. Simona Filippini presenta Rome Love, curata da Chiara Capodici: visioni strabiche di una città che vive in un bilico permanente, e Elton Gllava (Dove i corvi avrebbero cantato, a cura di Sara Palmieri e Lina Pallotta) esplora il nord est dell’Albania con l’obiettivo della Hasselblad e lo sguardo di chi torna, documentando l’esistenza della piccola città di Bulqizë. Diego Mayon, con la sua Grey Grass (a cura di Niccolò Fano), narra la trasformazione della campagna est milanese dopo l’Expo 2015. Mutazioni metropolitane sono anche quelle di Maurice Weiss (Ciel de plomb 1994/1999). Attraverso una serie di polaroid, il reporter indaga la Berlino degli anni Novanta puntando sulle sue metamorfosi architettoniche e sociali, mentre Gianfilippo De Rossi vola su Los Angeles.