Poco dopo l’una del pomeriggio il senatore Massimo Bitonci, capogruppo del Carroccio a palazzo Madama, si dice soddisfatto del risultato raggiunto: «Il rinvio della legge sulle depenalizzazioni è una nostra vittoria» esclama dichiarando la fine dell’ennesima battaglia contro l’abolizione del reato di clandestinità.

Contento lui… La vittoria annunciata da Bitonci potrebbe essere infatti solo temporanea, visto che lo slittamento della discussione della legge «svuotacarceri» (come l’ha ribattezzata sempre la Lega), e quindi la conseguente abolizione del reato tanto amato dai leghisti è solo slittata di qualche giorno: per la precisione a martedì prossimo, come deciso dalla conferenza dei capigruppo. Ma tant’è: l’obiettivo prioritario, vale a dire accendere un riflettore su un partito ormai ridotto ai minimi termini, anche per questa volta è stato raggiunto.

Magari si sentono anche degli eroi. Ora che, dopo un referendum che ha sconfessato Grillo e Casaleggio, pure il M5S ha accettato di cancellare il reato di clandestinità, la Lega rivendica di essere rimasta l’unica a difendere uno dei capisaldi della Bossi-Fini. Al punto che ieri mattina è arrivata ad occupare l’ufficio del presidente del Senato (ma c’è chi dice che fosse solo l’anticamera) promettendo di passarci la notte se la discussione del ddl sulla messa alla prova non fosse stata fermata. Motivo della protesta: una presunta modifica dell’ordine del giorno dei lavori che avrebbe anticipato a ieri mattina il proseguimento della discussione. Spiega il vicepresidente dei senatori leghisti, Raffaele Volpi. «Avevamo chiesto una capigruppo e non è stata convocata. Come se niente fosse sono tornati in aula». Secondo i leghisti mentre si discuteva di un altro provvedimento, relativo alle demolizioni di fabbricati abusivi, la vicepresidente del Senato Vittoria Fedeli avrebbe invertito l’ordine del giorno riproponendo la legge sulle depenalizzazioni. Ricostruzione smentita dalla stessa Fedeli ma anche dal senatore Felice Casson, che della legge è relatore: «La discussione era stata sospesa mercoledì perché non avevo più voce, e stamattina (ieri mattina, ndr) è ripresa come previsto. Proprio come era stato deciso».

Deciso o no, i leghisti si infuriano. E mentre in aula praticano l’ostruzionismo contro il ddl, una parte dei senatori va ad occupare le stanze delle presidenza.

La difesa del reato di clandestinità per la Lega non rappresenta solo una battaglia di principio. L’occupazione di ieri è solo l’ultima episodio della scelta movimentista data al Carroccio da Matteo Salvini, che adesso arriva a copiare azioni fino a oggi messe in atto solo dal M5S, come quando i deputati pentastellati occuparono il tetto della Camera per protestare contro la modifica dell’articolo 138 della Costituzione.

Le iniziative leghiste – delle quali fanno parte anche gli attacchi quotidiani al ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge – potrebbero quindi moltiplicarsi sempre più man mano che ci si avvicina alle elezioni europee di maggio, sulle quali il Carroccio ha deciso di puntare tutte le sue carte radicalizzando lo scontro proprio sul tema dell’immigrazione. Strategia tra l’altro comune ai tanti movimenti di destra e antieuropeisti presenti in Europa, e rafforzata dall’accordo che lo stesso Salvini ha appena siglato con il Front national di Marine Le Pen per un gruppo comune a Strasburgo. Per la Lega, poi, c’è la speranza di poter fare il colpo grosso attingendo al bacino degli elettori grillini, o meglio tra quanti sono rimasti scontenti dalla decisione del movimento di cancellare il reato di clandestinità.

Reato che, va detto, continua ad agitare le acque nella maggioranza. Pd e Ncd sono infatti ancora alla ricerca di un accordo che non faccia saltare tutto. La paura di Alfano è che con la depenalizzazione del reato non si possa più procedere all’espulsione coatta dell’immigrato. Un punto che però sarebbe già stato superato dalla riduzione del reato a illecito amministrativo contenuta nel ddl in discussione.