Da domani a lunedì 10 settembre a Bologna torna, per la trentesima volta, il Sana. È il Salone internazionale del biologico e del naturale, che per la prima volta occupa ben sette padiglioni della Fiera di Bologna, «occupando una superficie che rispetto all’anno scorso è cresciuta del 10 per cento: la manifestazione sta bene» spiega all’ExtraTerrestre Marco Momoli, Direttore commerciale Italia di Bologna Fiere.

Anche se quando lo intervistiamo mancano pochi giorni alla manifestazione, continuano ad arrivare iscrizione, e – aggiunge – «gli espositori dovrebbero essere un migliaio, mentre nel 2017 erano circa 900». Per Bologna Fiere (società che gestisce anche i poli fieristici di Modena e Ferrara, partecipata per oltre il 50 per cento da enti pubblici locali e Regione Emilia-Romagna), il Sana rappresenta «un punto di eccellenza – ricorda Momoli – è una della manifestazioni che organizziamo direttamente, ed è leader in Italia. Sentiamo che con questa fiera abbiamo contribuito e stiamo contribuendo a far crescere un settore che ha al centro valori morali ed etici importanti, e per noi questo è motivo di orgoglio».

Anno dopo anno, il Sana fotografa un movimento in crescita. Se guardiamo al settore agricolo, che comprende anche le aziende che si occupano di trasformazione, i dati forniti dal Sinab sono impressionanti: nel 2016 (ultimo aggiornamento disponibile) in Italia superfici e operatori sono cresciuti del 20% rispetto al 2015, arrivando a coprire quasi 1,8 milioni di ettari, circa il 14,5% della superficie agricola utilizzata. Le aziende sono oltre 70mila, il 4,4% del totale nazionale. «Ciò che misuriamo è un cambiamento radicale in atto nel settore, che da “nicchia di mercato” sta diventando oggetto di un consumo di massa. Lo dicono i numeri. Il giro d’affari complessivo del settore supera i tre miliardi di euro nel 2017, con una crescita sul 2016 del 12%, mentre il comporto agro-alimentare nel suo complesso è cresciuto di poco più del 2 per cento» spiega Momoli di Bologna Fiere. Ad alimentare questa crescita prepotente è la Grande distribuzione organizzata, che nel 2017 ha venduto prodotti bio per 1,2 miliardi di euro, che secondo stime di Assobio nel 2018 dovrebbe arrivare a un miliardo e mezzo. «Il biologico diventa un mercato di tutti, con un grandissimo numero di referenze – continua Momoli -. Allo stesso tempo i negozi specializzati, che erano il canale prevalente per la distribuzione di prodotti certificati, non hanno sofferto, ma mantengono una stabilità di vendite nell’ultimo anno». E oggi che i grandi marchi si affacciano al biologico, con Barilla, che ha una linea di pasta dedicata, il settore resta organizzato intorno ad aziende di dimensioni medio piccole: «Anche la GDO cerca “peculiarità” territoriali, e questo fa sì che la dimensione del fornitore non è così rilevante» registra Momoli dal suo osservatorio.

DOPO L’AGRICOLTURA, il secondo pilone su cui si fonda – da trent’anni – il Sana è la cosmesi biologica e naturale. «A differenza dell’agricoltura, non esiste una direttiva europea in materia, e così ogni ente di certificazione ha maggiore libertà nell’adottare i suoi parametri – spiega Momoli -. Anche in questo settore misuriamo una fortissima crescita: i cosmetici certificati valgono 1 miliardo di euro su un mercato complessivamente di 11». A favorire e rafforzare questa crescita vi è un elemento tipicamente italiano, ovvero l’esistenza di un canale di vendita specializzato, accanto alla Gdo e ai centri estetici, che è l’erboristeria. «Questo tipo di negozio esiste solo in Italia, e vale complessivamente mezzo miliardo di euro – dice il Direttore Commerciale Italia di Bologna Fiere – gli erboristi riconoscono nel Sana la propria manifestazione di riferimento», in particolare per la possibilità di conoscere nuovi prodotti e produttori, nell’ambito di incontri dedicati al B2B, business-to-business.

ACCANTO AI DUE SETTORI CONSOLIDATI, il Sana 2018 vede assumere un ruolo di protagonista al fenomeno del green lifestyle, stile di vita sostenibile a tutto tondo. A questo ambito è dedicato tutto il padiglione 19 del Quartiere fieristico di Bologna, dove è possibile seguire un filo verde tra gli espositori raccolti nelle 7 categorie in cui si articola il settore: Home & Office, dove trovare tecnologie, prodotti e soluzioni naturali ed ecologiche per la casa e l’ambiente di lavoro; Mom & kids, con proposte green per le esigenze di mamme, neonati e bambini; Mobility, dedicato alla mobilità sostenibile; Clothing & Textile, una ricca vetrina del mondo della moda sostenibile; Pet & Garden, per scoprire prodotti naturali ed ecologici per la cura di animali e aree verdi di casa; Hobby & Sport, con proposte per passare il tempo libero in chiave green; Travel & Wellness, dedicato all’offerta di centri benessere e strutture ricettive per il wellness eco-friendly.

IL CONSUMO BIOLOGICO, e la ricerca di sostenibilità, si allarga anche a nuovi ambiti, come quello legato al cotone e al denim: nell’ultimo rapporto Detox di Greenpeace Germania sono segnalate ben 60 aziende italiane del mondo della moda, tra grandi nomi e piccole produzioni.
«Quando abbiamo iniziato facevamo riferimento a un settore che era agli albori, e a cui pochi guardavano. Moltissime aziende sono cresciute con il Sana: fiera ed settore sono cresciuti insieme. Questo – sottolinea Momoli – è anche misura del nostro successo».