Qui al cohousig c’è molto caldo, umidità, cicale, zanzare, ma notti stellate e ombra di gaggie rinnovano l’amore per questo luogo. Ferie. Parto con Aurora, in camper, per Rive. L’ecovillaggio Habitat, in Toscana, ospita il XIX raduno nazionale della Rete Italiana Villaggi Ecologici che, nata nel 1996, tiene in contatto le realtà di ecovillaggi /cohousing in Italia.
Sono esperienze comunitarie eterogenee per orientamento filosofico e organizzativo, ma tutte tese verso un modello di vita «ecologico». Oltre a temi sul cambiamento sociale, ambientale, economico e culturale, quest’anno il focus è su: «Equilibri relazionali: individuo, coppia, famiglia, comunità».
«Habitat» si trova a Gambassi Terme, tra Volterra e San Gimignano: 13 ettari di terra con attualmente 5 abitanti. Due chilometri di strada sterrata ci portano là. Tende sparse e camper. La natura ci mette a dura prova con un sole cocente che secca la terra ed improvvisi e violenti temporali, in un cielo nero ed inquietante, che trasformano i luoghi di incontro (sotto tendoni) in fango. Ma si tirano fuori i tamburi e si balla e canta, aspettando il sole, che puntualmente arriva e riasciuga tutto; poi ripiove. Il nostro camper si impantana nel fango. Un trattore e ci toglie dai guai. Ce ne andiamo, disadattate in un clima per noi troppo difficile, con la sensazione di bisticci fra tempi antichi e moderni, di dialogo frammentato tra sole e piogge, da continuare. Ho fatto scautismo, ma non corsi di sopravvivenza. San Gimignano e le sue terre con lezioni di bellezza, ordine e storia ci rasserenano subito. Aurora torna a casa ed il mio viaggio continua per il paese di mare dove ogni estate mi sosto. È un viaggio di quiete e riposo, per riaggiornare la bussola. Un viaggio interiore per spazi senza luogo, da cui guardare sé ed il mondo cercando di sospenderne la turbolenza. Ci si appassiona a silenzi, vento, onde del mare. E qui poco a poco mi risento cittadina del mondo. Ripenso al co-housing sulla serra, alla fatica per curarlo, nell’ordine, nella funzionalità, nelle relazioni. Non penso alle comunità intenzionali/ ecovillaggi come a luoghi in cui vivere da hippies postmoderni o con regole ferree da «militante», rifugio o laboratorio sociale, ma a luoghi dove comunità scopre ecologia, dove regna onestà, dove ci si aiuta nel bisogno, dove si può crescere ed evolvere con consapevolezza e libertà, anche over 60. Molte esperienze comunitarie attraverso movimenti (RIVE, GEN,etc.) si incontrano e si confrontano nei percorsi esistenziali come trame di un mondo diverso. Movimenti, anche internazionali, che mi sembrano tra i più interessanti in questa epoca. È necessario forse sviluppare consapevolezza e ricerca mantenendo rispetto e curiosità reciproca. E mi ricresce dentro uno spazio di amore, dove amore è relazione e con la relazione riconosco il volto dell’altro e le mie tracce, nella relazione con il lavoro, le cose e la terra esprimo l’impegno alla vita e con la buona relazione possiamo arredare luoghi solidali di bellezza e gioia. Spedisco cartoline.