La Duma russa, a velocità supersonica, ha deciso di rendere legale il «voto a distanza». Il nuovo dispositivo voluto dal partito di Vladimir Putin, Russia unita, dà la possibilità ai citatdini in ogni elezione e referendum di votare per posta o elettronicamente.

Si tratta di una “legge-fotocopia” di quella approvata pochi giorni fa in Polonia dai partiti del centro-destra, e contrastata vivacemente dalle opposizioni per le potenziali manipolazioni delle forze governativa, che sta già facendo discutere. I due paesi slavi sembrano divisi su tutto meno sulla volontà di controllare le elezioni nei rispettivi paesi.

IN RUSSIA, MOLTI OSSERVATORI sono assai dubbiosi sull’introduzione del voto elettronico: in molte regioni parte della popolazione non ha computer o smartphone o la copertura della rete internet. Così, malgrado la legge approvata non si applichi al voto sugli emendamenti alla Costituzione che prevedono la possibilità per Putin di restare al potere fino al 2036, questo plebiscito potrebbe essere fissato già per luglio. Il vice presidente della Commissione elettorale Nikolay Bulaev ha già infatti affermato che il voto a distanza «ora potrà essere esteso anche al voto sulla Costituzione». Una legge ad personam in un momento tanto difficile per il paese, quando l’attenzione per le vicende politiche è ridotta al minimo.

LA NUOVA LEGISLAZIONE, tra l’altro, introduce anche la possibilità, a gradimento del presidente della Federazione, di anticipare qualsiasi consultazione in modo tale da poter dare la possibilità a Putin dopo il referendum, di ripetere il voto presidenziale o associarlo a quello legislativo.

La legge è passata con 251 voti a favore e 79 contrari. Secondo un deputato comunista intervenuto nel dibattito, con questa decisione «si sputa sulla democrazia». Anche le associazioni dei diritti civili e umani esprimono molte perplessità sul voto a distanza in un paese come la Russia.

«SE IL VOTO POSTALE o elettronico dovesse essere massicciamente utilizzato, si tratterebbe di qualcosa di pericoloso nell’attuale situazione di sfiducia generale nei confronti del sistema elettorale. è semplicemente impossibile verificare che tutto vada per il verso giusto. Il controllo di questa forma di voto è ridotto al minimo», ha detto il presidente del movimento di difesa dei diritti degli elettori “Golos”, Grigory Melkonyantz. Secondo l’esperto quando si vota per posta è impossibile assicurarsi che l’elettore voti personalmente e che il segreto del voto sia rispettato. Inoltre non si può essere certi che tutte le lettere saranno correttamente prese in considerazione, che non andranno perse o non verranno sequestrate. «La qualità della nostra posta è un problema reale come anche la velocità e l’accuratezza della consegna», ha sostenuto Melkonyantz.

IN GIORNATA È STATA APPROVATA in seconda lettura un’altra legge riguardante le elezioni con ancora una volta contrari i partiti di opposizione.

La nuova norma proibisce di presentarsi come candidato a qualsiasi cittadino che sia in attesa di processo o abbia la condanna in sospeso per «un certo numero di reati di media gravità». Tra questi anche quello di aver partecipato a «raduni non autorizzati».

«Altri reati inseriti nella lista potrebbero rientrare in categorie controverse o essere definiti reati di opinione come la distribuzione di falsi, la riabilitazione del nazismo, la propaganda terroristica» ha anche denunciato l’attivista dei diritti umani Dmitry Gudkov.