In occasione della ricorrenza dell’armistizio dell’11 novembre 1918, entra oggi al Panthéon, a quarant’anni dalla morte, lo scrittore Maurice Genevoix, autore di Ceux du 14 (quelli del ’14), epopea la cui riedizione è stata venduta in più di 50mila copie.
Contemporaneamente entrano simbolicamente al Panthéon i «poilus», i soldati della Grande Guerra. Un’opportunità, per Macron (al secondo atto di pantheonizzazione, dopo Simone Veil nel luglio 2018), di celebrare la «resilienza e la volontà» della Francia, di nuovo richieste in questo periodo di Covid e attacchi terroristici. La cerimonia è ricca di passaggi rituali: per la prima volta dal 1924, grazie a una committenza di stato, accompagnano Genevoix e i poilus al Panthéon opere d’arte e musicali. La scelta è caduta sull’artista Anselm Kiefer, un simbolo per la riconciliazione franco-tedesca, mentre il musicista è il francese Pascal Dusapin.

KIEFER HA REALIZZATO sei enormi vetrine alte tre metri con fango, filo spinato, mitragliatrici, divise militari macchiate e seppellite sotto la polvere, un’evocazione della vita e della morte che rimanda all’opera di Genevoix, con d frasi scelte dall’opera incise sulle teche-monumento, collocate nel transetto dell’edificio settecentesco dell’architetto Soufflot, a destra e a sinistra del coro.
La composizione musicale di Dusapin è un canto lirico, in latino, del coro Accentus della Philarmonie di Parigi, diffuso da 68 altoparlanti, che ripetono l’opera più volte nella giornata. La cerimonia avrà luogo stasera per permettere di svelare l’opera di Kiefer nel buio, con un gioco di luci (l’artista presenta anche due grandi tele, esposte però solo temporaneamente al Panthéon). Con questa cerimonia si chiude un ciclo della memoria, a cent’anni dall’entrata di Léon Gambetta, il fondatore della III Repubblica, al Panthéon e dell’inumazione del milite ignoto all’Arc de Triomphe.

NEGLI ULTIMI TEMPI era stata evocata l’eventualità di portare al Panthéon Rimbaud e Verlaine, cosa impossibile anche solo per l’opposizione delle famiglie. Al contrario, i discendenti di Maurice Genevoix hanno preparato la sua pantheonizzazione. Molto attivo, in particolare, è stato il genero dello scrittore, l’economista Bernard Maris, massacrato nella redazione di Charlie Hebdo nell’attacco terrorista del 7 gennaio 2015, di cui si sta svolgendo il processo di alcune figure di secondo piano (i principali responsabili, i fratelli Kouachi, sono stati uccisi in uno scontro con la polizia, due giorni dopo).