Malala Yousafzai, 17 anni, pachistana, espone ai giornalisti la targa ricevuta. Di fianco, il sessantenne indiano Kailash Satyarthi, altro Nobel premiato a Oslo. All’improvviso, ruba la scena un ragazzo con la bandiera messicana: «Malala – grida in inglese – parla dei 43»: gli studenti scomparsi in Messico, vittime di un crimine di stato – hanno gridato le piazze di mezzo mondo. Il giovane sembra avere la stessa età di Malala. Lei lo guarda e sorride. Ma tace. Nel discorsetto preparato, parla di «ragazze escluse dall’istruzione». Nessun nesso con quelle delle scuole rurali messicane, costrette ad abbandonare gli studi per le misure neoliberiste di Peña Nieto oppure uccise dallo stato? La foto fa il giro del mondo, insieme al gesto dell’attivista: niente, però, compare su El Pais. E neanche sui media italiani.