Si apre oggi l’ottava edizione del Maker Faire Roma, che si concluderà domenica, interamente digitale a causa dell’emergenza sanitaria che ha ridisegnato le linee di questa fiera diventata nel corso degli anni un punto fermo per i giovani inventori e creativi. Alessandro Ranellucci, curatore dell’evento, ha sottolineato «la sfida digitale del Maker Faire on-line», obiettivo a cui si lavora da mesi grazie a «una nuova piattaforma ad hoc per l’evento». Gli espositori saranno tutti collegati dal vivo, non ci sarà nessun materiale registrato; i makers inquadreranno i loro progetti con delle telecamere e il pubblico potrà entrare nelle mappe di navigazione virtuale, interagendo direttamente con gli inventori. Più di 300 gli stand virtuali previsti e oltre 130 i momenti di confronto, tra conferenze e seminari, mentre si potrà seguire online anche il live dell’evento trasmesso dagli studi televisivi del Gazometro.

INAUGURATO ieri dal Data Driven Innovation 2020, una conferenza sull’importanza dei dati e di come stiano cambiando le nostre società, il Maker Faire di quest’anno è incentrato sulle risposte dei makers alla pandemia, attraverso le loro invenzioni e con degli ospiti che racconteranno l’esperienza italiana di uso della tecnologia nella lotta al virus e la confronteranno con quella del resto d’Europa, statunitense e africana.

Il formato della rassegna continua da essere quello che ben conosciamo, attento all’innovazione che viene sia dall’alto che dal basso, dai laboratori di ricerca come dai singoli appassionati, ricco di invenzioni funzionanti e pratiche piuttosto che di prototipi astratti. I contenuti di quest’anno provengono principalmente dalle Call for makers con un incremento di contributi stranieri e dalla Call for School e la Call for University. I temi spaziano moltissimo: dall’agritech al foodtech, dal digital manufacturing alla robotica, dall’intelligenza artificiale alla mobilità, dall’economia circolare alla salute, dall’IoT («Internet delle cose») al recycling fino alla data science, allo sportech e alla moda, oltre alle sezioni dedicate di Maker Art e Maker Music che esplorano l’intersezione tra arti, musica, scienza e tecnologia. Nel padiglione del Food e agritech ci si occuperà in particolare di economia circolare attraverso le invenzioni relative alla filiera agricola e per l’ambiente. Inoltre, sarà approfondito anche il rapporto tra tecnologia e scienze nutrizionali, inteso come lo sviluppo rurale verso la sostenibilità integrale.

Un altro tema centrale del Maker Faire è da sempre quello dell’educazione. Questa parte della rassegna è curata da Cdemotion, con la partecipazione di 29 scuole secondarie italiane, 5 europee e 4 Its che uniscono alla ricerca tecnologica, la fattibilità economica delle idee. Di grande interesse anche il rapporto tra tecnologia e sport. Negli ultimi anni la ricerca è stata applicata ai materiali, ai dispositivi e agli ausili per l’allenamento, ma molto in questo settore ha fatto anche l’imprenditoria legata all’innovazione. Su tutti questi temi all’appuntamento romano porterà il suo contributo l’astronauta Luca Parmitano. Una sezione della fiera, realizzata in collaborazione con Sanofi, è infine dedicata alle persone con disabilità, tema di cui occupa anche il concorso Make to Care.

«LA CULTURA dell’innovazione – ha spiegato la ministra dell’innovazione tecnologica e per la digitalizzazione. Paola Pisano alla vigilia dell’inaugurazione di Maker Faire Roma 2020 -, analizza le nuove sfide della società e le affronta con metodi innovativi, atti a trovare soluzioni alle sfide di oggi. Un esempio è la connettività per tutti che è alla base dell’innovazione della tecnologia, e lo sviluppo etico delle tecnologie in modo che anche gli algoritmi non creino discriminazione. Dobbiamo creare quindi delle tecnologie inclusive». Perciò «in Italia – ha concluso Pisano – abbiamo bisogno di questi eventi per far crescere questa cultura che non accetta lo status quo e si pone come obiettivo di migliorare e superare le problematiche della società con delle nuove tecnologie».