Al Jazeera chiusa anche a Ramallah. La tv lavora comunque, dalla strada
Palestina Dopo la chiusura della sede di Gerusalemme, con un ordine militare l'esercito svuota gli uffici di Ramallah, territorio occupato su cui non dovrebbe avere autorità. I giornalisti sfidano l'imposizione e trasmettono dalle strade palestinesi
Palestina Dopo la chiusura della sede di Gerusalemme, con un ordine militare l'esercito svuota gli uffici di Ramallah, territorio occupato su cui non dovrebbe avere autorità. I giornalisti sfidano l'imposizione e trasmettono dalle strade palestinesi
Alle 3 di notte di domenica ’esercito israeliano ha invaso gli uffici dell’emittente qatarina al Jazeera a Ramallah, Cisgiordania occupata. Il raid è avvenuto in diretta: i soldati – alcuni mascherati, tutti pesantemente armati – hanno consegnato al direttore Walid al-Omari un ordine militare che chiude la tv per 45 giorni (rinnovabili in automatico). Hanno poi confiscato le telecamere e distrutto uno striscione con il volto della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, uccisa dai militari israeliani a Jenin l’11 maggio 2022.
This is how heavily armed and masked Israeli soldiers raided Al Jazeera’s bureau in the occupied West Bank’s Ramallah and imposed a 45-day closure order.
The network has condemned the action as ‘criminal’ and an affront to press freedom. pic.twitter.com/bofxlDFR9Y
— Al Jazeera English (@AJEnglish) September 22, 2024
La motivazione: «incitamento e supporto al terrorismo». È l’identica accusa dietro la legge, approvata dalla Knesset nei mesi scorsi, che ha messo al bando al Jazeera dallo Stato di Israele. Anche in quel caso il divieto di 45 giorni si rinnova automaticamente.
C’è però una differenza sostanziale: a essere presa di mira stavolta è la capacità dell’emittente di operare dalla Cisgiordania, un territorio illegalmente occupato da Israele, su cui non dovrebbe avere autorità. Opera a suon di ordini militari, non leggi civili, secondo il noto (e illegale) doppio standard giuridico.
alla Cisgiordania ci raccontano la nuova «quotidianità» di al Jazeera. I giornalisti lavorano per strada, inviando le corrispondenze direttamente a Doha e sfidando l’ordine militare che non chiude solo gli uffici di Ramallah ma vieta qualsiasi attività giornalistica. «Prendere di mira i giornalisti in questo modo serve sempre a cancellare la verità», il commento di al-Omari. Dal 7 ottobre le forze israeliane hanno ucciso a Gaza 173 reporter palestinesi.
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